Uno Scrigno tutto Siciliano
Molto è stato scritto su questa magnifica Riserva; molto poco, invece, si conoscono alcuni suoi “scrigni”naturali, unici e irripetibili: le Grotte presenti al suo interno !!!
Non sono solo gli abitanti della nostra provincia a non conoscere le grotte dello Zingaro ma anche coloro che fanno di questo tipo di attrattive i propri “viaggi specialistici”. Il focus sarà proprio su quanto offre la Riserva dal punto di vista carsico e delle attività speleologiche che si possono svolgere all’interno della stessa.
Le grotte sono un aspetto del “Carsismo”, termine che rimanda a un insieme di attività che l’uomo per studio, ricerca e “socializzazione” svolge e in cui entrano in gioco tante discipline che si intersecano e si aiutano a vicenda, per comprendere i fenomeni e le potenzialità del binomio acqua/roccia che è l’artefice principale del carsismo strictu sensu.
Foto 1 : Stalattiti
Avendo un approccio semplice, quasi didattico ma allo stesso tempo scientifico, si può dire che nella Riserva dello Zingaro, estesa per circa 1650 ettari, si possono distinguere:
- una zona montana, dove troviamo le cime più alte che formano la dorsale;
- una zona collinare, intermedia, dove scorgiamo alcuni nuclei abitativi;
- una terza zona, costiera, lambita dal mare.
Le grotte sono i prodotti più conosciuti ed apprezzati del carsismo ma esistono delle morfologie esterne o epicarsiche molto interessanti e suggestive.
Le forme superficiali sono molteplici:le scannellature o karren, forme di raccolta, forme di infiltrazione fino a quelle tipiche dei paesaggi carsici (le stone forest).
Foto 2: Cavità carsica con stalattiti
Le forme ipogee, ovvero quelle presenti all’interno delle cavità carsiche, possono avere forme e dimensioni anch’esse molto varie ma di solito si presentano sulle pareti, sotto forma di vele o cortine, sul pavimento con stalagmiti, vaschette e pisoliti (perle di grotta) oppure sulle volte con le classiche stalattiti.
Importante per la creazione delle morfologie carsiche è l’ambiente di formazione: cambiano a seconda che ci troviamo in condizioni vadose (percolazione o scorrimento dell’acqua a pelo libero) o in condizioni freatiche (in questo caso le acque riempiono per intero i condotti e le camere all’interno delle grotte). Molteplici sono le forme osservabili in grotta come potrete apprezzare nelle foto a corredo di questo articolo.
Foto 3: Vele sulle pareti
Classificando le grotte anche in base alla fruizione si distinguono grotte orizzontali, quindi per lo più visitabili da “neofiti” e le “zubbie” (termine che, nel trapanese, veniva utilizzato nell’antichità per indicare luoghi ricchi d’acqua ed acquisito dagli speleologi che lo hanno fatto proprio). Queste ultime sono accessibili solo ad esperti quindi solo a coloro che sono abilitati a progredire su corda (ovvero gli speleologi). Infine, esiste un terzo tipo di grotte, quelle sommerse, che sono davvero esclusive: solo i sub con brevetto Cave Diving possono accedere (di queste ultime daremo solo un accenno visto che la loro accessibilità è molto limitata).
Alcune di queste grotte sono alla portata di tutti ma è importante andare con persone esperte che conoscono bene quei luoghi. Una di quelle accessibili e visitabile è la Grotta del Sughero, senza dubbio la più grande ed interessante di tutta la R.N.O. dello Zingaro. sia per le sue concrezioni (non solo stalattiti, stalagmiti e colonne di circa 10 metri) ma anche per formazioni caratteristiche quali le eccentriche (ovvero delle forme particolari che non rispettano la forza di gravità) sia per la presenza dell’acqua (molto rara all’interno delle cavità carsiche in questa Riserva) con alcuni laghetti che si formano sia nel ramo destro che nel ramo di sinistra.
Foto 4: Splendide stalattiti in cavità carsica
La Grotta dell’Uzzo è una cavità carsica molto interessante per motivi archeologici. Sono stati fatti dei riscontri in questo grande antro, che datano la presenza dell’uomo del paleolitico superiore.
Foto 5: Parete dipinta dal carsismo
Altre grotte accessibili sono quella del “Porco” la quale presenta delle striature di faglia che ne fanno capire l’origine (tettonica) e le tre che prendono il nome di “Mastro Peppe Siino”. Queste sono degli antri che sono stati utilizzati da ripari fino al secolo scorso. Sono altresì presenti alcune Zubbie (3) accessibili solo a persone esperte, visto che si tratta di grotte verticali.
Nella zona montuosa, ovvero sulle cime dei Monti di San Vito ricadenti all’interno della R.N.O. dello Zingaro, sono presenti altre grotte ma l’unica accessibile al pubblico inesperto è quella di Monte Speziale. Le altre, vuoi per il fatto che si tratta di grotte che presentano dei dislivelli all’ingresso (Zubbia della Ficara e Zubbia di Monte Scardina) vuoi perché poco stabili, vista la natura e la genesi (trattasi di grotte originatesi lungo linee di frattura e soggette a crolli) come le Grotte di Monte Scardina 1-2 , si sconsiglia l’accesso anche in presenza di esperti.
Le grotte che si consiglia di esplorare nel periodo estivo sono quelle semi-sommerse o che comunque, visto che il livello del mare è stato variabile nel tempo, in passato si sono trovate anche al di sotto del livello del mare.
In primo luogo le grotte di Cala dell’Uzzo, ovvero la seconda cala a partire dall’ingresso di San Vito lo Capo: si tratta di grotte a pelo d’acqua o appena al di sopra ma facilmente accessibili; a seguire abbiamo le grotte di Cala Marinella, quasi tutte raggiungibili a nuoto tranne la Grotta di Cala Marinella che si trova ad una quota di circa 10 metri s.l.m.
A punta Leone ed a Cala del Varo troviamo altre quattro grotte molto carine ed accessibili anche a neofiti ed infine, quasi a fine riserva nella Cala Capreria, esistono una decina di grotte piccole ma molto interessanti tra cui l’omonima Grotta della Capreria e quelle denominate del Museo perché al di sotto della sede del museo della Riserva in prossimità dell’uscita; da menzionare per le dimensioni sono la Grotta dei Ciaraveddi e dei Battesimi per le interessanti concrezioni e vasche che ne hanno determinato anche il nome della seconda. Un cenno particolare merita la Grotta dello Zingaro denominata anche del Frassineto perché si trova in prossimità di un frassineto, un tempo molto esteso: si tratta di una cavità paleo-marina abitata fino al secolo scorso.
La R.N.O. dello Zingaro non è pertanto solo una, pur meravigliosa, cornice che ospita uno splendido mare con le sue suggestive calette come noi locali pensiamo. E’ certamente molto di più: visitarla rappresenta un’esperienza unica ed indimenticabile!!
gruppoambientalespeleologico.trapanese Il Presidente del G.A.S.TP
gruppo_ambientale_speleotp Dott. Geol. Antonino Gallina