La statale 194 Ragusana che da Catania raggiunge Ragusa, attraversa il cuore dei monti iblei. Nel suo tratto più alto, tra gli abitati di Vizzini e di Giarratana, percorre territori paesaggisticamente ancora integri, i panorami naturali di questi monti ripagano piacevolmente, con la loro armonia, dei disagi dell’andamento tortuoso della strada.
Qui le montagne, incise da profonde vallate, nel tempo sono state adattate alle esigenze degli abitanti nel rispetto del loro assetto naturale, il sapiente sfruttamento agricolo ha consentito e soddisfatto nel recente passato le esigenze primarie della popolazione locale senza stravolgere la naturalità e l’armonia del paesaggio.
La statale 194 nel suo tratto più interno passa dall’abitato di Monterosso Almo, uno dei borghi d’Italia più belli, come acclamato in una recente trasmissione televisiva nazionale. La strada ora non passa più dal centro, elevato al colmo della montagna, ma lo costeggia con una variante che funge da circonvallazione. La vallata sottostante è un luogo lussureggiante di pioppi, querce, campi coltivati, pascoli. Al fondo scorre il fiume Amerillo le cui acque raggiungono il mare mediterraneo attraverso il fiume Dirillo. Tutt’intorno un orizzonte di montagne che si susseguono, verdi di boschi.

Affacciandosi dalla ringhiera posta in questo tratto della strada si scorge, tra la vegetazione che a tratti la copre, una scala rivestita di basole di calcare bianco che degrada verso la vallata e come un sinuoso serpente raggiunge il fondo valle e il fiume. Le acque perenni di questo, un tempo alimentavano i numerosi mulini disseminati lungo il suo corso, più oltre si estendono campi ancora coltivati, in un territorio che ad uno sguardo veloce sembra impraticabile.
Gli abitanti del luogo per secoli hanno percorso questi monti e queste vallate, a piedi o con muli, inerpicandosi lungo i crinali seguendo queste vie un tempo denominate regie trazzere, che costituivano la rete dei collegamenti pubblici di allora e lungo le quali si svolgeva buona parte della vita quotidiana. Questa rete di vie ora è diventata un intreccio di sentieri che il CAI locale con il lavoro di alcuni soci volontari, tra cui gli Amici del Trekking di Monterosso, ha tracciato, segnato, reso percorribili.

La scala di Sant’Antonio “u vecchiu” è la parte di ex regia trazzera più prossima all’abitato di Monterosso, quella che in tanti percorrevano tutti i giorni per raggiungere le contrade della vallata per il lavoro nei campi, per andare a macinare il grano nei mulini, per ritornare al paese. Era pertanto un luogo di grande frequentazione, come tale nel tempo era stato necessario adeguarla con una robusta pavimentazione in basole calcaree, poste ad arte, sia per decoro architettonico che per facilitarne la percorrenza. Nel tempo vi era stata costruita un’edicola votiva a protezione dei viandanti e alla sommità una cappella in memoria della chiesa di sant’Antonio ivi esistente ma distrutta nel terremoto del 1693.

Questi manufatti sono ancora esistenti ed in discreto stato di conservazione. La stessa cosa purtroppo non può dirsi della scala.
L’abbandono delle coltivazioni tradizionali, la chiusura dei mulini, l’uso di altri mezzi di locomozione ha reso inutile la scala che senza alcuna opera di manutenzione, per effetto degli eventi meteorologici si sta letteralmente sgretolando. In atto il selciato in basole si presenta lacerato in vari punti, molti muri laterali sono crollati. Eppure vista da lontano la scala si presenta ancora come una mirabile opera in pietra, una lisca di pesce adagiata sul crinale del monte che arricchisce il paesaggio e riporta immediatamente il pensiero a quando era brulicante di vita.

Ampi tratti sono ancora ben conservati, la qualità della pavimentazione ancora in situ prova l’importanza della via per la vita della comunità locale. Il suo recupero è necessario ed urgente.
Va fatto per conservare la memoria della vita storica della comunità, perché ha una bellezza intrinseca che arricchisce e valorizza questa parte del territorio del Comune di Monterosso, perché può rappresentare un’attrazione turistica, perché è ancora una via di transito per i tanti camminatori che incentivati dalla percorribilità dei sentieri oltre che dalla bellezza dei luoghi vi accorrono sempre più numerosi.