UN CONQUISTATORE NATIVO NEI MARI DI SICILIA: IL VERMOCANE

Eserciti di colorati e voraci vermi marini

by Annalisa Patania
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Chiamato comunemente “vermocane” o “verme di fuoco” (il nome scientifico è Hermodice carunculata), appartiene al raggruppamento degli anellidi, ossia quei vermi che comprendono anche i comuni lombrichi che si ritrovano in casa e in giardino. Si tratta nello specifico di un verme Polichete (animali con il corpo suddiviso in tanti segmenti). È una specie che di certo non passa inosservata: con i suoi colori sgargianti può raggiungere i 50 cm di lunghezza e la sua distribuzione spaziale comprende i mari temperati tra cui il Mar Mediterraneo e la zona sub-tropicale dell’Oceano Atlantico, nei quali vive sul fondale marino (animale bentonico) prediligendo i substrati rocciosi.
Il vermocane si nutre di organismi morti e in decomposizione (cosiddetto saprofago), svolgendo un importante ruolo di spazzino del mare, ed è un grande opportunista, adattando la sua dieta in base a ciò che è disponibile nell’ambiente in cui vive, utilizzando le sue potenti appendici per andare alla ricerca di cibo. È infatti anche un abile e vorace predatore cibandosi di una moltitudine di organismi sessili e sedentarie come le stelle marine, ricci di mare, cetrioli di mare e di diverse specie di coralli e gorgonie nonché anemoni e attinie, prediligendo questi ultimi coloratissimi animali poiché costituiti da un corpo molle favorendone un consumo più veloce e con il minor dispendio energetico.
Quando entra in contatto con la sfortunata preda, il vermocane estroflette la faringe su una parte del corpo della preda, inizia a digerirla esternamente per poi ingerirla. Numerosi studi recenti hanno dimostrato la capacità di Hermodice carunculata di predare gli anemoni di mare (Anemonia viridis) dimostrando che questo sembra essere inerme alle cellule urticanti (le cosiddette nematocisti) degli anemoni, rivelando che al momento del contatto con la preda, il polichete apre la potente faringe su parte dell’anemone per succhiarne i tessuti e venire totalmente consumati. Insomma, una scena piuttosto agghiacciante che fa concorrenza ai migliori film horror.
Come se non bastasse questo animale possiede una potentissima abilità rigenerativa, fatto non raro nel mondo della biologia; infatti, tagliando in due il vermocane questo sarà in grado di rigenerare la porzione mancante del suo corpo e recuperare le condizioni vitali. La riproduzione di questa specie, tuttavia, avviene prevalentemente per via sessuale, tramite l’unione di gameti maschili e femminili dando alla luce piccole larve che vengono disperse e portate lontano dalle correnti marine (larve cosiddette planctoniche).
Per ultimo ma non di minor importanza, quelle che potrebbero sembrare delle soffici setole bianche, rappresentano in realtà una potente arma di difesa del vermocane e fanno sì che non venga predato da altri animali, e al contempo sono un pericolo anche per gli umani. Questi infatti, se toccati, possono entrare nella pelle, causando fastidio e bruciore a causa della presenza di composti con attività infiammatoria.

Dettaglio della caruncula

In sintesi, tutte queste caratteristiche delineano il profilo piuttosto invasivo di questa specie a testimonianza del fatto che riesce a colonizzare facilmente diversi ambienti marini. Va specificato però, che trattandosi di una specie originaria del Mar Mediterraneo, non viene definito una specie aliena, appellativo a volte usato scorrettamente nel suo caso.
Negli ultimi anni i ricercatori, i subacquei e i bagnanti hanno infatti assistito ad un aumento considerevole della presenza di questo coloratissimo animale nel Mare Nostrum e in particolare alla sua distribuzione.
Infatti, fino a non molti anni fa, questa specie era distribuita solo nelle regioni più calde del Mar Mediterraneo e per cause multifattoriali, tra cui l’innalzamento delle temperature, sta facilmente espandendo il suo areale verso le zone settentrionali, proliferando in maniera incontrollata andando a danneggiare la biodiversità, e senza avere alcun predatore che se ne possa cibare per diminuirne la quantità.

Questo deriva dal fatto che si tratta di una specie termofila, ossia ben adattata a vivere in ambienti caldi, come diverse altre specie che si stanno espandendo sempre più nel Mar Mediterraneo in quanto le temperature, superficiali e non solo, stanno aumentando sempre di più, specialmente nella stagione estiva.
Gli studi sulla distribuzione e i potenziali impatti che l’espansione di questa specie può avere sulle comunità bentoniche delle coste mediterranee sono solo all’inizio. Tuttavia, le premesse non sono entusiasmanti: i Vermocani sembrano, infatti, avere effetti negativi sulle popolazioni di corallo mediterranee, sia a causa della diretta predazione ma anche indirettamente, fungendo da serbatoio invernale per patogeni che causano lo sbiancamento dei coralli.
Negli ultimi anni sono stati creati e sviluppati diversi progetti di ricerca scientifica dalle università e dagli enti di ricerca per riuscire a saperne di più sull’aumento demografico del Vermocane e sulle abitudini dell’Hermodice carunculata. Molti di questi progetti prevedono la possibilità da parte dei “comuni” cittadini e frequentatori del mare (Progetti di scienza partecipata o cosiddetta Citizen Science) di segnalare la presenza del vermocane nelle diverse località, dando la possibilità di fornire inoltre dettagli utili ai ricercatori quali temperatura, profondità e lunghezza dell’organismo incontrato, e per chi è fornito di macchina fotografica di allegarne delle foto.
Tra questi vi è il progetto “Monitoraggio Vermocane”, nato nel 2021 grazie alla collaborazione tra l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Università Politecnica delle Marche e la rete dei centri sub siciliani (SiREN), e ha acquisito nuovi partner nel corso degli anni; tale progetto, attraverso un semplice format, offre la possibilità ai subacquei, e in generale ai fruitori del mare, di rendersi parte integrante di una ricerca scientifica attraverso le loro segnalazioni e testimonianze dirette.
Questo progetto, grazie alle numerose segnalazioni pervenute, ha già restituito una fotografia delle diverse località della distribuzione del vermocane nei sottobacini mediterranei che circondano la penisola italiana evidenziando come in tutti i versanti della Sicilia siano presenti in gran numero questi organismi, sia nella porzione tirrenica tra Isole Egadi, Ustica e isole Eolie, nel versante meridionale a largo delle Isole tra lo stretto di Sicilia, e nel settore orientale partendo dallo Stretto di Messina per scendere a Catania e Siracusa.

In copertina: – Vermocane con le setole in mostra
Bibliografia

Ahrens, J. B., Kudenov, J. D., Marshall, C. D., & Schulze, A. (2014). Regeneration of posterior segments and terminal structures in the bearded fireworm, Hermodice carunculata (Annelida: Amphinomidae). Journal of Morphology, 275(10), 1103-1112.
Fai, S., Prevedelli, I., Righi, S., Simonini, R., Predazione di Hermodice carunculata (Annelida: Amphinomidae)
Su Anemonia viridis (Actiniaria): PRIMI DATI, Biol. Mar. Mediterr. (2016), 23 (1): 240-242.
Righi, S., Prevedelli, D., & Simonini, R. (2020). Ecology, distribution and expansion of a Mediterranean native invader, the fireworm Hermodice carunculata (Annelida). Mediterranean Marine Science, 21(3), 58–574.

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