In paese lo conoscono tutti, perchè è lo storico locale, l’instancabile studioso degli archivi. Di Leonardo Vaccaro a Mascali sanno pure che con la forza delle persone miti è capace di marcare a uomo ogni sindaco, pur di convincerlo delle sue buone ragioni. Perchè in gioco ci sono i destini di quella che fu la Contea di Mascali, con tutto il suo patrimonio di insediamenti antichi, di vie di collegamento tra la costa e le pendici dell’Etna. Da quelle parti passava una strada romana e siccome non mancano le fonti d’acqua vi si insediarono anche i primi cristiani, edificando una basilica intorno al V secolo d.C nella frazione di Nunziata, con relativi mosaici. Insomma la vicenda di Mascali inizia certamente in età antica ed ebbe importanti sviluppi in epoca medievale, ma ha avuto soprattutto un momento conosciutissimo e altamente drammatico nel 1928, quando a novembre di quell’anno una colata dell’Etna distrusse e coprì quasi interamente l’allora florida cittadina. “Su questo fronte non c’era da difendere un reperto materiale – racconta sorridendo- ma la memoria stessa di quell’evento, che era ancora detenuta dagli anziani del paese quando iniziai a occuparmene. Nel 2008 – continua Leonardo Vaccaro- capimmo che bisognava fare in fretta e in effetti a 80 anni dall’evento riuscimmo a raccogliere ancora le testimonianze degli ultimi testimoni oculari che videro la colata avanzare e seppellire palazzi, chiese e modeste abitazioni”.
In effetti di quelli che parteciparono a quel sentito anniversario oggi non è sopravvissuto nessuno. E’ rimasto un documentario, cui collaborò il giornalista RAI, Nino Amante, e le interviste integrali agli anziani del paese, conservate in un prezioso DVD. Ma l’impegno di Leonardo per la “sua” Contea, amministrata per secoli dal Vescovo di Catania, non si ferma certo ai numerosi saggi e articoli dedicati alle vicende storiche, ma ha anche un risvolto di impegno fisico e materiale sul territorio. Negli ultimi anni insieme agli amici dell’associazione MarEtna, presieduta da Alessandro Cavallaro, si è infatti armato di forbici e decespugliatore ed è andato liberare dai rovi la viabilità del periodo medievale.
Sulle “timpe” che sovrastano il moderno abitato di Mascali, ma soprattutto la frazione di Nunziata, scampata all’eruzione del 1928 sono così tornati alla luce sentieri e mulattiere, basolati lavici e portali di accesso alle proprietà. Un’attività svolta a partire dal 2019 e che ha portato al ripristino e al conseguente censimento nel catasto del Club alpino italiano di una trentina di chilometri di itinerari pedonali: “Abbiamo lavorato anche nei periodi di lock down quando eravamo costretti a rimanere nei vasti confini del nostro Comune – spiega con divertita modestia Leonardo Vaccaro, che lavora come funzionario amministrativo nella segreteria di un istituto scolastico- e in certi casi è stato veramente sorprendente vedere il risultato del nostro lavoro”.
Sotto metri di rovi sono emersi acciottolati dove sembrava di sentire ancora risuonare gli zoccoli dei muli che salivano sulla erta stradella che conduce a Puntalazzo da Nunziata. L’attenta e prolungata perlustrazione del territorio ha portato i soci di MarEtna a valorizzare pure i resti di una sorta di enorme recinto, sormontato da paralupi, in ottimo stato di conservazione che si estende sulle cosiddette Sciare di Scorciavacca (nei pressi di Presa, piccola frazione del vicino Comune di Piedimonte Etneo). E sulla viabilità antica sono stati installati dai volontari anche dei cartelli per agevolarne la fruizione.
Certo non tutto va per il verso giusto. Tanto impegno forse avrebbe meritato maggiori frutti: “Non è facile impegnarsi nella salvaguardia e valorizzazione di un territorio quando il paese di Mascali è inevitabilmente attratto verso lo sfruttamento del tratto di costa che fa pure parte del nostro Comune; le nostre piccole e grandi scoperte sono poca cosa – conclude Leonardo Vaccaro– rispetto alle problematiche e alle attenzioni che richiede la frazione a mare di Fondachello, ma siamo ugualmente soddisfatti di quello che siamo riusciti ad ottenere, anche pensando alle future generazioni”.