Biodiversità e sviluppo sostenibile
La geodiversità siciliana è una ricchezza naturale che è quasi leggendaria tra gli addetti ai lavori. Su di un’unica isola potete trovare aspetti estremamente diversi, vulcani, massicci sedimentari, rocce del Permiano, vastissimi depositi di evaporiti, fenomeni altrove rari come le “Maccalube”.
Su questa geodiversità nel 2001 si iniziò a tracciare la strada della creazione di due Geopark, si era allora agli inizi del cammino quando l’idea di basare un parco e il suo motore di sviluppo sulla geologia era ancora una cosa per pochi.
Così in quell’anno il Parco delle Madonie, già parco regionale naturale, e la regione posta nel centro sud della provincia di Enna, da allora conosciuta come “Rocca di Cerere Geopark”, entrarono a fare parte di una piccola rete di territori, allora solamente sette, che, in Europa, vollero dare vita ad un movimento internazionale per la protezione della geodiversità e per la nascita di modelli di sviluppo sostenibile dei territori rurali.
La strada fu lunga e a tratti veramente difficile, soprattutto per il Rocca di Cerere Geopark, nato “bottom up”, direttamente per volere delle comunità dell’area, e contrastato da una quasi perenne disattenzione da parte delle autorità isolane. Nel frattempo la rete si andava ampliando, prima in Europa ed in Cina, poi nel resto del mondo, sino a creare un movimento che, ad oggi, rappresenta la più grande e partecipata comunità pacifica del terzo millennio.
Gresti La cresta con il castello
Oggi i geopark sono 169 distribuiti in ben 44 stati in tutti i continenti.
Dal 2015, con una storica decisione dell’UNESCO, essi sono parte del terzo programma della importante istituzione internazionale e vengono equiparati ai Patrimoni dell’Umanità (World Heritage List) ed alle Riserve dell’Uomo e della Biosfera (Man And Biosphere).
La Sicilia ha così guadagnato altri due importanti siti, in realtà due ampi territori, alla sua già ben nutrita schiera di beni insigniti dalla attribuzione UNESCO.
Dal 2015 è anche iniziato il procedimento di valutazione e controllo che, messo a punto in seno alla rete europea dei Geopark (European Geopark Network), è stato acquisito dall’UNESCO e prevede un processo di valutazione dello stato di ogni singolo Geopark ogni 4 anni.
Rocca di Cerere è stato tra i primi ad essere validato nel 2016, subito dopo l’acquisizione della attribuzione UNESCO e, di nuovo, nel 2021 ed in entrambe le procedure è stato insignito della prestigiosa “Green Card”, la massima attestazione di rispondenza ai criteri della istituzione internazionale.
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L’attestazione premia non solo la geologia, i patrimoni, che ovviamente sono sempre quelli, ma soprattutto quel che l’organismo di gestione, in questo caso la società consortile Rocca di Cerere Geopark, ha messo in atto per difendere la biodiversità e per mettere in atto politiche di divulgazione, conoscenza scientifica, valorizzazione sostenibile e quindi sviluppo armonico del territorio del parco.
In questi giorni, con l’ausilio dell’Università di Catania, ,la società sta redigendo il nuovo Piano di gestione, secondo i più recenti dettami dell’UNESCO e ha finanziato una rete di nuovi punti informativi diffusi su tutto il territorio, tra i quali il primo ad essere inaugurato sarà il Geopark center di Cacchiamo, una piccolissima frazione di Calascibetta, nata accanto l’importante geosito dei “Coralli di Cacchiamo” e voluto dal Geopark e dalla Amministrazione Comunale di Calascibetta per dare un segno in controtendenza allo spopolamento dei piccolissimi villaggi montani della Sicilia interna.
Quindi geodiversità ma anche attività socio-culturale, coinvolgimento delle comunità, valorizzazione dei patrimoni.
Ma quale è la geologia del Rocca di Cerere Geopark? La Sicilia centro-meridionale è interessata da un’ampia area nella quale affiorano i depositi sedimentari di una delle più incredibili storie della vita del nostro Pianeta. Durante la fase finale del Miocene, nel Messiniano, tra 7,246 e 5,332 milioni di anni fa (Ma), l’antico Mediterraneo venne interessato dalla chiusura dei collegamenti con l’Oceano Atlantico, così a causa della fortissima evaporazione, il mare iniziò a scomparire lasciando dietro di sé prima le coltri dei resti degli organismi che lo popolavano e poi, uno dietro l’altro, i depositi dei sali prima disciolti nelle acque. Oggi quei depositi sono le “Evaporiti Messiniane”, potenti strati di calcare, gesso, salgemma, sali potassici e magnesiaci. Alla fine della crisi di salinità, con la apertura dello stretto di Gibilterra, le acque dell’Atlantico precipitarono nell’immenso canyon con quello che i geologi chiamano lo “Zanclean flood”. Fu la fine del Messiniano e del Miocene e la primissima pagina del Mare Mediterraneo come lo conosciamo oggi.
Le acque ritornate coprirono gran parte dei depositi salini tranne che in quelle aree nelle quali i movimenti tettonici avevano nel frattempo fatto risalire i lembi di crosta terrestre. Fu questo soprattutto il caso dell’area del Rocca di Cerere Geopark che oggi presenta la più chiara e completa immagine dell’evento geologico della crisi di salinità del Messiniano.
Così il paesaggio di quest’area oggi si presenta caratterizzato da alte montagne di gesso cristallino, fenomeni carsici sulle marne gessose, picchi calcarei e, più recenti, i resti marnosi ed arenacei dei depositi del mare ritornato.
Questo paesaggio si è interconnesso in modo incredibilmente affascinante con la storia dell’uomo in queste terre, qui la coltivazione delle miniere di salgemma e zolfo prima e di Sali potassici dopo, ha rappresentato un capitolo importantissimo delle comunità locali ed ha lasciato testimonianze non di rado uniche come, ad esempio il complesso minerario di Floristella.
Persino il più povero gesso è diventato parte di una secolare economia che dalle semplicissime costruzioni povere ha portato all’esplosione di una vera e propria arte del gesso, dell’alabastro e degli stucchi che, oggi, ornano gran parte delle chiese e delle antiche dimore nobiliari dell’area del Geopark.
Insomma una inestricabile reti di relazioni tra geologia, storia, arte e mito. Questo, in estrema sintesi, è il Rocca di Cerere UNESCO Global Geopark, perla fulgida della collezione di preziosità siciliane.
Tutte le foto sono di Giuseppe Maria Amato ad eccezione della foto del paesaggio dalla Rocca di Cerere disponibile per concessione del Rocca di Cerere UNESCO Global Geopark.