Ecco perché non esiste connessione con l’erosione di Eraclea Minoa
Da anni la spiaggia di Cattolica Eraclea (quella del boschetto di Eraclea Minoa) e il porto di Siculiana, nell’agrigentino, nel vivace e fantasioso dibattito relativo alla dinamica costiera locale, sono stati oggetto di numerosi interventi e discussioni. Talvolta per addossare al porto di Siculiana la colpa dell’erosione della spiaggia di Eraclea Minoa e talaltra per individuare, nel materiale insabbiato nello stesso porto, il deposito di prestito per il possibile ripascimento della spiaggia erosa (Figura 1).

L’immodesta speranza di questa breve nota è far luce su questa intricata leggenda costiera.
L’interramento del porto di Siculiana non è un processo ascrivibile all’ultimo decennio, periodo nel quale si è registrata l’erosione della spiaggia di Eraclea Minoa, ma è ben più antico, e soprattutto è da collegare alla realizzazione del porto stesso avvenuta verso la metà degli anni 80. Infatti, immediatamente dopo la realizzazione delle barriere esterne del porto e prima che la struttura potesse essere completata, il materiale proveniente dall’adiacente torrente Canne, risalendo il molo orientale ha iniziato a invaderne lo specchio acqueo, che già nel 1996 (Figura 2) si trovava nelle medesime condizioni in cui versa attualmente (RANDAZZO e MAMMINO, 1999 – Figura 3). Di fatto, quando una quindicina di anni fa si iniziò a parlare dell’erosione di Eraclea Minoa, il porto era già insabbiato da circa dieci anni e quindi il materiale presente al suo interno non è quello proveniente da Eraclea Minoa.


Per una strana dinamica dialettica il porto di Siculiana però è stato indicato anche come causa dell’erosione del tratto di costa di Eraclea Minoa, ma di fatto non c’entra nulla, soprattutto in considerazione del fatto che il trasporto lungo costa dei sedimenti (Piano Contro l’Erosione Costiera PRCEC, 2020) avviene da Ovest verso Est, e quindi difficilmente avrebbe potuto essere la causa dell’erosione (si pensi alla favola del lupo e dell’agnello).
Inoltre, il materiale che ha interrato il porto di Siculiana presenta una sedimentologia (dimensione, colore e composizione) NON compatibile con quella della spiaggia di Eraclea e un’analisi più approfondita prova ulteriormente che l’origine del materiale è ascrivibile al bacino idrografico del torrente Canne.
La spiaggia di Eraclea Minoa (che a Est è in continuità con quella di Bovo) è lunga 5 km e dal suo limite orientale al porto di Siculiana, posto a Est, ci sono altri 7 km di costa non rettilinea, ma interrotta da diversi promontori (Torre Salsa e Monte Stella).
Considerato che si stima che dalla spiaggia di Eraclea si siano persi, negli ultimi 15 anni circa, 1,2 milioni di mc, se i sedimenti si fossero spostati lungo costa, verso Est, la geomorfologia costiera avrebbe favorito una sedimentazione protetta, dando luogo a pocket beaches, limitate dai promontori presenti lungo costa.
E’ molto più probabile, invece, che il processo erosivo si sia innescato a causa di una fisiologica diminuzione di sedimenti provenienti dal Fiume Platani e il materiale eroso dalla spiaggia emersa si sia disperso verso il largo, perdendosi definitivamente oppure depositandosi sull’ampia spiaggia sommersa che la fronteggia e dove si notano diversi ordini di barre sommerse.
Ad aggravare questo processo ha contribuito anche la stessa conformazione dell’immediato entroterra, costituito da un boschetto antropogenico, realizzato negli anni 50 – 60 che di fatto ha irrigidito il retro-spiaggia, togliendo resilienza complessiva al sistema.
Alla luce di questa dinamica, probabilmente sarebbe stato utile avviare un programma di monitoraggio e gestione del litorale, iniziando a invertire la tendenza erosiva o 1) con un importante ripascimento artificiale con sabbie anche alloctone ma compatibili che andrebbe gestito e fisiologicamente ricaricato o 2) con un sistema di autotrapianto autoctono, spostando in estate sulla spiaggia emersa i sedimenti depositati in inverno su quella sommersa, monitorandone comunque l’evoluzione o 3) proteggendo la spiaggia o eventualmente i due precedenti interventi, con una linea beach seaver (grossi “jersey” di plastica posizionabili lungo la spiaggia, come dissipatori delle mareggiate) posizionabili in inverno e rimovibili in estate.
E’ utile inoltre osservare che i sedimenti delle spiagge di Eraclea Minoa e di Bovo sono perfettamente compatibili con i materiali (alloctoni) presenti nel più grande Deposito Sommerso di Sedimenti Remoti (distali, profondi e relitti) della Sicilia ubicato nel Golfo di Termini Imerese che la Regione Siciliana mostra ancora qualche difficoltà a utilizzare in modo ampio e compiuto.
Il progetto di difesa con tre pennelli, previsto nel settore occidentale della baia (Eraclea Minoa), sicuramente arresterà il processo erosivo locale, ma non farà ritornare i sedimenti persi e provocherà l’erosione del settore orientale della baia (Bovo) che dovrà essere ulteriormente protetta da altre opere rigide, snaturandone così completamente il contesto paesaggistico – geomorfologico che nel passato si presentava come un’unica falcata dorata bordata da un duneto libero.
RANDAZZO G., MAMMINO P. (1999) – Involution of a harbour structure and its impact on the downdrift coastlines in Siculiana Marina (SW Sicily). COASTline 199-3, p. 8 – 9.
L’immagine in evidenza è di MAREAMICO ed è stata gentilmente fornita dal Dott. Claudio Lombardo.