LA’ DOVE VOLANO I GRIFONI

Nei Nebrodi, la valle del Rosmarino: uno scrigno della natura

by Giuseppe Rannisi
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C’è una valle che rappresenta il cuore selvaggio, la wilderness della più grande area protetta della Sicilia: il Parco naturale dei Nebrodi. La valle raccoglie le acque di diversi impluvi boscati che si uniscono poco più a monte dell’abitato di Alcara li Fusi. Da qui iniziano alte e lunghe pareti rocciose che arrivano quasi fino al Mar Tirreno. È la valle del Torrente Rosmarino, fra i paesi di Alcara li Fusi, Militello Rosmarino e San Marco d’Alunzio. Già arrivando dalla SS 113, poco prima
di Militello Rosmarino, alzando gli occhi al cielo si possono osservare i maestosi grifoni dal volo lento e solenne che prendono le correnti ascensionali per poi scomparire altissimi verso i pascoli dell’entroterra siciliano, dove trovano le carcasse di animali di cui si nutrono. La mattina, appena il sole riscalda le grandi pareti rocciose dove nidificano o dove vanno a riposare, i grifoni partono in volo senza battere le ali, sono i maestri del volo veleggiato e planato e sfruttando il calore e la differenza di densità dell’aria, apparentemente senza alcun consumo di energia, compiono percorsi
anche di centinaia di chilometri in un giorno per esplorare in “formazione” il territorio.
Ma i grifoni che vediamo non sono propriamente siciliani anche se appartengono alla stessa specie e sottospecie di quelli che per migliaia di anni hanno sorvolato la Sicilia. Quelli siciliani si erano estinti negli anni ’60 del XX secolo proprio ad Alcara, dove l’ultima colonia superstite è stata distrutta a causa dei bocconi di carne avvelenati destinati alle volpi affette da rabbia.

Foto 1 - Grifone

Alla fine degli anni ’90 del secolo scorso la Lipu ha avviato delle indagini per verificare se vi fossero le condizioni ecologiche e sociali per riportare i grifoni in Sicilia. Dopo i riscontri positivi è stata proposta la reintroduzione agli Enti Parco regionali dei Nebrodi e delle Madonie. Il nucleo di individui fondatori proveniva dalla Spagna grazie alla disponibilità di animali messi a disposizione dal Grefa, Centro di recupero della fauna selvatica spagnolo. Nei primi anni 2000 arrivano in Sicilia a più riprese i primi grifoni. Prima di essere liberati sono stati fatti acclimatare per molti mesi nelle voliere costruite sulle Madonie e sui Nebrodi in modo da evitare che una volta liberati il loro sistema biologico li riportasse in Spagna da dove erano venuti. Gli individui liberati sulle Madonie hanno subito abbandonato l’area del Parco per congiungersi alla colonia dei Nebrodi che è rimasta invece fedele al sito di liberazione.

Foto 2 - Gruppo di grifoni in volo veleggiato

Il grifone, Gyps fulvus, è uno degli uccelli più grandi d’Europa: fino a 2,8 metri di apertura alare con 11 kg di peso, è un necrofago obbligato in quanto non è in grado di catturare animali vivi poiché ha le zampe prive di artigli. Il collo e la testa sono privi di penne e ricoperti di una soffice peluria per consentire di poterli introdurre all’interno delle carcasse e ritrarli senza impedimenti. Il grifone perlustra il territorio in gruppo esplorando i pascoli delle catene montuose dei Monti Nebrodi, dei Monti Peloritani ed in genere nelle aree centrosettentrionali della Sicilia dove sono presenti mandrie e greggi allo stato brado e dove quindi maggiore è la probabilità di trovare animali morti e placente. Il periodo di nidificazione inizia a gennaio-febbraio, la femmina depone un solo uovo ed il giovane abbandona il nido ad agosto, rappresentando così uno dei periodi riproduttivi più lunghi fra gli uccelli europei. La maturità sessuale arriva a 5 anni di età anche se qualche individuo risulta più precoce.

Foto 3 - La maestosa Rocca Traora e, in fondo, le Rocche del Crasto

A partire dal 2005 si sono riprodotte sui Nebrodi le prime coppie che gradualmente negli anni sono aumentate di numero. All’inizio dei rilasci i grifoni venivano alimentati tramite carnai in modo da tenere la colonia più compatta possibile e farla legare” al territorio di Alcara a Rocca Traora ed alle Rocche del Crasto, le cui pareti rocciose assicurano una sufficiente sicurezza agli animali. Poi i grifoni cominciarono ad allontanarsi sempre di più trovando cibo anche a notevoli distanze e a non frequentare  assiduamente i carnai. Oggi i grifoni, oltre 300 individui, si alimentano autonomamente esplorando l’intero territorio siciliano, sono cioè animali selvatici e svolgono perfettamente la funzione per cui la natura li ha selezionati, cioè la pulizia del territorio con l’eliminazione delle carcasse degli animali e la riduzione del rischio della diffusione di patogeni e malattie (rischio sanitario).
In generale la specie può essere definita parzialmente migratrice ed erratica. Gli adulti nidificanti sono per lo più sedentari, mentre sembra che a muoversi siano maggiormente i giovani, gli immaturi e, almeno in parte, gli adulti non nidificanti. Questi spostamenti consentono un continuo scambio genetico utile alla specie. grazie alla lettura degli anelli, un individuo rilasciato ad Alcara nel 2006,  identificato come S27, è stato osservato nel 2008 presso Verdon (FR), nel 2010 in Abruzzo nel Monte Velino e nel 2012 a Petrella Liri. Anche altri individui sono stati osservati fuori dalla Sicilia. Insieme agli emigrati si annoverano anche diversi immigrati provenienti dalla Spagna, dalla Francia, dalla Croazia o dal Pollino. 

Foto 4 - Grifoni in alimentazoione su una carcassa di vacca

La specie è caratterizzata da uno status di conservazione sfavorevole in Europa (SPEC 3: rara). Diversi sono i rischi che deve affrontare: trasformazioni del territorio, collisioni con cavi elettrici e con pale eoliche, avvelenamenti a causa dei bocconi avvelenati che ancora persistono anche se in misura molto inferiore rispetto a prima e per la presenza di Diclofenac, un antibiotico ed antinfiammatorio che rimane nei tessuti delle carcasse dei bovini e degli altri animali domestici abbandonate. Questo
farmaco è la causa di intossicazione degli avvoltoi nel mondo e ci auguriamo che venga messo al bando al più presto definitivamente ovunque e non solo in Italia.
La creazione di carnai nel Parco delle Madonie e in altri siti in Sicilia per aiutare altre specie di rapaci in pericolo potrà agevolare l’espansione del grifone con la creazione di nuove colonie. Per visitare la colonia è consigliabile di andare in prossimità del campo sportivo di Alcara, ai piedi di Rocca Traora dove l’Ente Parco dei Nebrodi ha realizzato un sentiero attrezzato per l’osservazione dei grifoni, da cui poter effettuare anche delle belle foto..

Foto 5 - Il ritorno alle Rocche

La valle riserva anche altre bellissime sorprese per chi ama la natura, ad esempio fra gli Uccelli la presenza dell’aquila reale, del falco pellegrino, di corvi imperiali, del rondone maggiore e di tante specie di passeriformi in funzione delle stagioni, a dimostrazione della ricchezza di biodiversità di specie animali e vegetali unica, una vera full immersion nella natura.

In copertina: Grifone in volo planato

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