DEMETRA E KORE IN SICILIA

Mito e culto delle Dee della Terra

by Simona Modeo
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Sul mito e sul culto di Demetra e Kore in Sicilia le nostre principali fonti letterarie sono la Biblioteca Storica di Diodoro Siculo e la celebre orazione Contro Verre di Cicerone.
In particolare lo storico di Agyrion, nel V libro (2, 3-4) della sua monumentale opera, contestualizza nell’Isola il culto delle due dee ed evidenzia l’indissolubilità del loro rapporto con la Sicilia, dove “il grano fu coltivato per la prima volta grazie alla fertilità delle sue terre”.
Anche Cicerone (Contro Verre, II, 4, 48, 106) ci conferma l’antichità e il prestigio di tale culto che, secondo l’oratore romano, si identificava quasi con l’Isola stessa. Altre fondamentali testimonianze in tal senso sono quella di Erodoto (VII, 153, 3-4) che si sofferma diffusamente sull’importanza della ierofantia delle due divinità ctonie a Gela e quella di un altro passo della Biblioteca diodorea (XI, 26, 7) nel quale l’autore ci informa del ruolo che nella Siracusa geloniana ebbe il culto delle
due dee.

2 Agrigento. Santuario delle divinita ctonie Archivio fotografico di SiciliAntica DEMETRA E KORE IN SICILIA
Fig. 1 - Agrigento. Santuario delle divinità ctonie. (Archivio fotografico di SiciliAntica)

Il dato letterario trova d’altronde vasta conferma nelle evidenze archeologiche e nella documentazione epigrafica e numismatica. I numerosi sacelli scoperti più o meno recentemente (meritano di essere ricordati, fra gli altri, i tre santuari di Morgantina [Aidone, EN], dal più importante dei quali, sito in contrada San Francesco Bisconti, provengono forse la celebre statua di una divinità femminile (Demetra?) e gli acroliti raffiguranti molto probabilmente Demetra e Kore, restituiti all’Italia dopo un lungo contenzioso con gli Stati Uniti e attualmente esposti presso il Museo Archeologico Regionale di Aidone, il temenos di Vassallaggi [San Cataldo, CL], il piccolo sacello e il santuario extramoenia di Sabucina [Caltanissetta]), che si aggiungono ai più noti di Agrigento (il santuario delle divinità ctonie e il thesmophorion di S. Anna), di Selinunte (il
santuario di Demetra Malophoros), di Eloro e di Gela (il thesmophorion di Bitalemi, i santuari di Predio Sola e di via Fiume) ma l’elenco potrebbe essere ben più ampio, confermando sia la diffusione del culto sia la sua arcaicità. Ai santuari vanno aggiunte anche le numerose stipi votive rinvenute in diversi siti con statue delle divinità o di offerenti, busti e teste femminili.

3 Selinunte. Santuario di Demetra Malophoros Archivio fotografico di SiciliAntica DEMETRA E KORE IN SICILIA
Fig. 2 - Selinunte. Santuario di demetra Malophoros ( Archivio fotografico di SiciliAntica)

Le vicende di Demetra e della figlia Kore sono, dunque, indissolubilmente legate alla Sicilia e del patrimonio mitico siciliano costituiscono forse la pagina più suggestiva. Se già in Omero Demetra è la dea della terra e delle messi e Kore-Persefone la regina dell’oltretomba, le più antiche attestazioni del mito relativo al ratto di quest’ultima da parte del dio Ade-Plutone sono in Esiodo (Teogonia, 912-914) e nell’Inno omerico A Demetra (vv. 1-38). Sulla sua localizzazione, così tenacemente ancorata da Diodoro (V, 3, 1-3) e da Cicerone (Contro Verre, II, 4, 48, 107) alla nostra Isola, esistono altre attestazioni. Nell’Inno omerico, ad esempio, il luogo indicato (v. 17) è la piana di Nisa, mentre in Pausania (I, 38, 5) si afferma che il rapimento di Kore avvenne nei pressi di Eleusi. Ciononostante è indubbiamente la Sicilia ad avere ampie chances, non tanto per le numerose conferme letterarie, archeologiche, coroplastiche, numismatiche, quanto per il fatto che l’Isola, dopo l’arrivo dei coloni greci, aveva elaborato una versione tipicamente locale del mito, la cui arcaicità, sulla quale peraltro insistono le fonti, potrebbe essere il sintomo della presenza di un patrimonio religioso indigeno, di cui si è persa traccia a causa della graduale sovrapposizione dell’elemento greco. In particolare, l’episodio mitico del rapimento di Kore-Persefone, è inscindibilmente connesso alla città di Enna dove peraltro aveva sede il celebre santuario delle divinità ctonie che presumibilmente si elevava sullo sperone roccioso (la cosiddetta “Rocca di Cerere”) che fiancheggia l’area successivamente occupata dal Castello di Lombardia.

4 Enna. Rocca di Cerere Arfchivio fotografico di SiciliAntica DEMETRA E KORE IN SICILIA
Fig. 3 - Enna. Rocca di Cerere ( Archivio fotografico di SiciliAntica)

In questo luogo sacro, così come in quelli attestati negli altri siti siciliani, alcuni dei quali sono stati precedentemente citati, si svolgevano i riti in onore di Demetra e Kore. E le feste religiose per eccellenza dedicate a queste divinità e, in particolare, a Demetra, protettrice dell’agricoltura e delle istituzioni familiari, erano le Tesmoforie che ad Atene si celebravano  annualmente e avevano la durata di tre giorni. Protagoniste della festività erano esclusivamente le donne che nel primo giorno sacrificavano porcellini, simbolo della fecondità, in onore della dea, il secondo giorno osservavano il digiuno in segno di compartecipazione al dolore di Demetra per il rapimento della figlia Kore-Persefone, il terzo celebravano Kalligheneia, la dea della buona nascita e offrivano a Demetra cereali, vino, formaggio, olio e altri cibi, cucinavano la carne degli animali sacrificati, banchettavano, si scambiavano motti osceni e si flagellavano, invocando la dea affinché garantisse una numerosa e sana prole. Il rituale prevedeva anche che di notte le carcasse degli animali sacrificati fossero gettate in grotte o burroni, forse a indicare la discesa nell’oltretomba.
Sulle Tesmoforie in Sicilia le informazioni sono abbastanza esigue. Di sicuro esse privilegiavano non l’aspetto misterico del culto (di cui non vi è traccia nelle fonti), ma lo stretto rapporto della dea con la terra, come sembra confermare l’insistenza di Diodoro (V, 4, 5-7) sulle prerogative demetriache, tutte correlate alla sfera ctonia e al grano, perché, secondo lo storico di Agyrion, gli abitanti della Sicilia avrebbero partecipato per primi dei vantaggi derivanti dalla sua scoperta.
Oltre a quella diodorea sono poche le testimonianze letterarie relative alla tipologia del culto di Demetra e Kore nell’Isola.
Significative risultano quelle di Cicerone (Contro Verre, 4, 45, 99) che attestano l’impossibilità per gli uomini di accedere al sacrarium Caereris di Katane, o di Eraclide (in Ateneo, I sofisti a banchetto, 647a), secondo cui le donne si radunavano in una tenda, o di Lattanzio (Sulle divine istituzioni, II, 4) che conferma l’esclusione maschile dalle cerimonie di Katane. La presenza a macchia d’olio in tutta l’Isola di santuari ctoni ha notevolmente contribuito all’approfondimento degli elementi tesmoforici. Si tratta, per lo più in origine, di spazi periferici a cielo aperto, che hanno restituito evidenti tracce di sacrifici cruenti e non, di pasti rituali, di offerte votive e che, a partire dal VI sec. a.C., vengono sostituiti da strutture stabili (oikoi) con prevalente pianta rettangolare e molto spesso prive di altari ma con spazi sacrificali alternativi in cui la presenza di fosse e di tende (skanai) caratterizza in senso demetriaco il culto che vi si svolgeva.
Anche in Sicilia, dunque, i thesmophoria erano le aree sacre in cui Demetra, spesso insieme alla figlia Kore, veniva onorata per “i numerosi benefici che ha riservato agli uomini. Infatti, a prescindere dalla scoperta del grano, la dea insegnò loro come coltivarlo e introdusse leggi, la cui osservanza abituò gli uomini a comportarsi secondo giustizia; fu questa la ragione per cui la dea fu soprannominata Thesmophoros. Ed è certo che nessuno potrebbe trovare dei benefici più grandi di queste scoperte, giacché consentono non solo di vivere, ma di vivere onorevolmente” (Diodoro Siculo V, 5, 2-3).

Riferimenti bibliografici

C.A. Di Stefano (a cura di), Demetra. La divinità, i santuari, il culto, la leggenda (Atti del I
Congresso internazionale, Enna luglio 2004), Pisa-Roma 2008.
V. Hinz, Der Kult von Demeter und Kore auf Sizilien und in der Magna Graecia, Wiesbaden 1998.
C. Miccichè, L’isola più bella. La Sicilia nella “Biblioteca Storica” di Diodoro Siculo,
Caltanissetta 2020, pp. 32-37.
R. Rizzo, Culti e miti della Sicilia antica e protocristiana, Caltanissetta-Roma 2012.

Nella foto di copertina: Museo Archeologico di Aidone. Gli acroliti delle dee Demetra e Kore

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