Nessuna precauzione a Capo Rossello nonostante l’allerta di Mareamico già otto mesi fa.
Il promontorio di Capo Rossello, in territorio di Realmonte (AG), è costituito da una
successione sedimentaria che presenta una formazione di base argillosa sovrastata da un
banco calcarenitico-tufaceo. Nella sua parte più alta ed in posizione sporgente, si trova il
faro di segnalazione marittima di 1^ classe della Marina.
La collina è caratterizzata da un piano inclinato a franapoggio che degrada, verso ovest,
mentre verso est è delimitata da una parete quasi verticale che mostra la stratigrafia della
formazione.
Proprio questa parete, quasi a strapiombo sulla battigia destinata ad approdo di piccole
imbarcazioni da diporto ed alla balneazione, è quella che mostra evidenti segni di degrado
i quali, ciclicamente, portano al collasso degli strati più alti che crollando interessano
l’intera parete e invadono la sottostante battigia.
La parete di levante, di recente oggetto di osservazione diretta e di segnalazioni di criticità,
presentava una frattura verticale che isolava una lamina calcarenitica dal resto
dell’ammasso in posto. Tale condizione poneva la parte distaccata di roccia in condizioni
di equilibrio molto precario tanto che, a distanza di pochi mesi, l’ammasso distaccato è
crollato in occasione di eventi atmosferici avversi.
Le cause del distacco di parti esterni di masse calcarenitiche svettanti, supportate dalle
argille, sono da ricercare nella genesi delle formazioni sedimentarie che, in epoche
geologiche lontane, sono state sottoposte a condizioni pressorie diverse dalle attuali.
Condizioni fisiche mutate, con riduzione delle pressioni agenti al contorno, portano le
argille, notoriamente molto plastiche, ad espandersi provocando la frattura delle
soprastanti rocce con conseguente disaggregazioni che, nel tempo, generano rovinosi
crolli.
Il fenomeno non si esaurisce con il crollo che di volta in volta si manifesta, in quanto la
nuova condizione di equilibrio rappresenta solo il momento di ripartenza per un altro
distacco e per nuovi successivi crolli.
Pertanto, volendo preservare il promontorio che appare di notevole bellezza oltre che di
strategica utilità, corre l’obbligo di ripristinare i siti con interventi idonei a rendere solidale
l’ammasso calcarenitico.
Anche la posa di un reticolo di acciaio può scongiurare la caduta di piccole parti che,
tuttavia, potrebbero interessare la sottostante battigia che, nei mesi estivi, risulta
densamente frequentata da bagnanti e visitatori.
Interventi di tale tipo, che appaiono non più procrastinabili, non alterano la natura dei
luoghi e li preservano nel tempo.
In conclusione non possiamo sorvolare su un fatto inaccettabile: dalla data della nostra
denuncia, inoltrata al Prefetto, alla Procura della Repubblica, al Genio Civile, alla
Capitaneria di porto, al Demanio marittimo e al Comune di Realmonte, non si è mosso
nulla ed anzi sono partite accuse di catastrofismo, nei nostri confronti.
Claudio Lombardo
Mareamico – Agrigento
Questo è il nostro video/denuncia, realizzato 8 mesi fa: https://youtu.be/0uYPGGzwhy0 mentre questo è il nostro video realizzato il giorno dopo il crollo del costone calcarenitico:
https://youtu.be/XiM_SKqIzRw..
1 comment
Da quasi 30 anni mi occupo di tutela ambientale in provincia di Agrigento.
Alcune delle mie battaglie sono : l’istituzione della riserva di Punta bianca, la valorizzazione e la tutela della Scala dei turchi, la scoperta dei frantoi che scaricano le acque di vegetazione nei torrenti e nei fiumi, la denuncia dei rischi correlati all’ammaloramento del ponte Morandi di Agrigento che ha portato alla chiusura dell’infrastruttura un anno prima del crollo del ponte di Genova, l’inquinamento del mare per colpa degli scarichi abusivi e dei depuratori mal funzionanti, lo studio delle cause più frequenti dell’erosione costiera e il censimento degli sbarchi fantasma sulle nostre coste, che dopo essere abbandonate a riva, inquinano le nostre spiagge.