L’acropoli di Gela, Molino a Vento
Il complesso di ambienti in mattoni crudi riportato alla luce a Gela, in località Bosco Littorio, sorge alle pendici dell’acropoli ( Molino a Vento) dell’antica colonia, fondata da Rodii e Cretesi nel 689-688 a.C; si estende in prossimità della costa, in area non molto distante dalla foce del fiume Gela. Di esso ne è stata esplorata soltanto una minima parte (mq 450) anche in considerazione della profondità in cui affiora. Infatti, il sito è risultato coperto da uno spesso sedimento, alto in alcuni punti 6 metri circa, costituito in parte da sabbia scivolata dall’acropoli ed in parte dalle dune, localmente chiamate macconi, trasportate dall’azione eolica e tipiche di un tratto del litorale della costa sud-occidentale della Sicilia compresa tra Acate e Gela.




Materiali di straordinaria rilevanza sono stati rinvenuti all’esterno di uno degli ambienti, quali tre are fittili con scene figurate in rilievo (Gorgone nello schema in corsa, con Pegaso e Krisaor; tre divinità femminili, ctonie, Demetra, Kore ed Ecate; Eos che fugge a sinistra, tenendo tra le braccia il cacciatore Kephalos). I tre pregiati e rari manufatti, prodotti nelle officine locali (490-480 a.C.), erano posti accanto ad anfore di tipologia differente (samie, lesbie, del tipo di Thiasos, corinzie di tipo A, etc.) ed a ceramiche acrome e di produzione indigena, databili al 500-480 a.C.
