La RNO Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande è stata istituita dalla Regione Siciliana nel 1997. Si estende per 3712 ettari nella Sicilia sud orientale, nell’area del tavolato ibleo tra i territori dei comuni di Sortino, Ferla, Cassaro, Buscemi e Palazzolo Acreide della Provincia Regionale di Siracusa.
I monti Iblei sono un rilievo montuoso esteso per tutto l’angolo sud orientale della Sicilia, caratterizzato da altipiani degradanti verso il mare e il cui culmine è rappresentato dal Monte Lauro (986 m), un vecchio apparato vulcanico sottomarino. La caratteristica principale del rilievo ibleo è che esso è formato da rocce sedimentarie calcaree, frammiste da effusioni vulcaniche, emerse dal fondo marino. Dal culmine e dagli altipiani del rilievo ibleo si dipartono numerosi solchi
vallivi che, per la conformazione calcarea prevalente del suolo, nelle ere geologiche, per i sommovimenti tellurici e per effetto dello scorrimento delle acque meteoriche, si sono strutturati in profonde gole che tagliano a raggiera l’altopiano degradante verso il mare. La valle dell’Anapo e l’area di Pantalica ne rappresentano pienamentele suddette caratteristiche geomorfologiche. La ricchezza d’acqua favorita dal carsismo del territorio, la profondità e l’impervietà di questi solchi vallivi, localmente denominati “cave”, hanno determinato ambienti unici per ricchezza e varietà di vita vegetale e animale, vere e proprie nicchie ecologiche che l’asprezza dei luoghi ha preservato dalle contaminazioni antropiche moderne e che fin da epoca preistorica hanno garantito rifugio e protezione alle popolazioni che vi hanno abitato.

L’area della RNO di Pantalica si caratterizza, oltre che per la natura incontaminata, per la presenza di importanti impronte archeologiche lasciate dai popoli che l’hanno abitata nell’antichità. Sulle pareti rocciose e sulle balze più esposte e più irraggiungibili sono state scavate migliaia di tombe dove i popoli preistorici usavano inumare i loro morti. La frequentazione del luogo è attestata dal periodo pregreco (età del bronzo civiltà castellucciana) fino in epoca bizantina (necropoli e villaggio Bizantino in prossimità della chiesetta rupestre di San Micidiario). Il sito di Pantalica, per la singolarità del luogo e per la presenza archeologica preistorica, è stato inserito nel 2005 tra i beni UNESCO.
La riserva è un patrimonio naturalistico- archeologico di grande valore. E’ un habitat naturale di grande interesse che ci è pervenuto pressoché integro, è un sito archeologico preistorico tra i più grandi d’Europa, ma è fragile e merita la massima
cura per i numerosi rischi su di essa incombenti.
Il rischio incendio è il principale di questi, sempre in agguato per qualsiasi ambiente boscato delle latitudini meridionali, comporta la messa in opera di costanti e rigorose misure di prevenzione atte ad impedirne l’innesco e la conseguente propagazione con gravi effetti distruttivi.
Lo stato vegetazionale interessante l’intera area non ha ancora raggiunto il giusto equilibrio, il rimboschimento operato nel passato dalla “Forestale” prevale sul bosco naturale che stenta a ricrescere e a tutt’oggi appare limitato alle zone rupestri
meno accessibili e contende gli spazi con le emergenze archeologiche. Queste invece dovrebbero essere lasciate libere e ripulite dalla vegetazione invadente. L’immagine delle pareti a strapiombo di Cava Grande del Calcinara, ricoperte da centinaia di tombe appartiene ormai solo agli archivi fotografici del secolo scorso, in atto la vegetazione ha invaso e coperto quasi tutto.
Le attività turistiche e ricreative nell’area possono essere consentite, ma devono essere disciplinate in modo che siano compatibili con l’ecosistema tutelato. Alcuni comportamenti attuati nella Riserva non sono ecocompatibili e pertanto devono limitati se non vietati. In particolare non sono ecocompatibili le numerose aree attrezzate per picnic, specie se poste in prossimità del greto del fiume; non è ecocompatibile la balneazione nelle sue acque, non è ecocompatibile la pratica dell’acqua trekking, dannosa per la flora e la fauna acquatica che risentono negativamente del passaggio a frotte di escursionisti .

Il percorso
Il percorso descritto si sviluppa nell’area della riserva con andamento circolare per circa 16 km; si immerge progressivamente nella natura incontaminata del luogo, svelandone la bellezza e la varietà: a tratti foresta impenetrabile, a tratti ambiente acquatico fluviale, a tratti ambiente arido rupestre. Dall’ingresso Cugnarelli della forestale, il percorso scende nella valle del torrente Sperone, attraversando una fitta e matura lecceta, risale la valle per raggiungere la contrada Giarranauti per ridiscendere quasi subito nel parallelo solco vallivo del Calcinara; facendosi largo tra la vegetazione impenetrabile, percorre il greto ciottoloso di questo torrente, fino all’ampia ansa detta “Cava Grande”, sovrastata da alte pareti rocciose bucherellate da tombe; Da qui risale in quota, dal lato est della stretta valle verso l’uscita per Sortino, Il sentiero in questo tratto è suggestivo in quanto è scavato nella roccia su cui insistono numerose tombe. Appena usciti dalla Riserva, oltrepassata la costruzione in legno del custode bisogna girare a destra per prendere un sentiero che ridiscende a tornanti verso il greto dell’Anapo. Alla fine della discesa, poco prima di arrivare al guado del fiume, si incrocia l’acquedotto (detto di Galermi), mirabile opera idraulica scavata nella roccia al tempo dei greci che in questo punto è possibile esplorare con una piccola deviazione. L’acquedotto che attinge l’acqua dal torrente Calcinara, fu fatto costruire dal tiranno Gelone per le esigenze idriche della città di Siracusa. Tutt’ora funzionante, superando mirabilmente le impervietà del territorio attraversato termina il suo percorso al ninfeo posto sopra la cavea del teatro greco a 35 km da qui.
Guadato l’Anapo, (possibile su delle pietre affioranti dall’acqua) il percorso risale per un tratto il fiume, oltrepassata la confluenza con il Torrente Calcinara raggiunge il tracciato della ex ferrovia SR RG Vizzini, detta di “Ciccio Pecora”, dismessa molti anni fa e lo segue fino alla stazione ferroviaria “Pantalica”. Nei locali di questa piccola stazione è stato allestito un piccolo museo naturalistico. Subito dopo la stazione, un sentiero a destra, che si inerpica gradatamente sul lato nord della valle, conduce verso l’altopiano dove procedendo per una biforcazione verso destra si arriva ai ruderi dell’unico palazzo conosciuto di epoca sicula (l’anaktoron o palazzo del principe), dimora del mitico re Hyblon; Se invece si prosegue mantenendosi a sinistra si raggiunge la sommità del rilievo più avanti alla Sella di Filipporto. Prima passando dal villaggio bizantino e dalla chiesetta rupestre di San Micidiario

La Sella di Filipporto è la porta di accesso a Pantalica, un vero e proprio istmo con tracce di antiche fortificazioni. Un piccolo slargo con affaccio panoramico sulla valle dell’Anapo permette di sostare con le macchine.

Vegetazione.
La riserva è stata riforestata negli anni passati, prevalentemente con Pino d’Aleppo, ma la vegetazione naturale è rappresentata fondamentalmente da lecci che in forma arbustiva ricoprono tutte le balze rocciose a strapiombo. Una lecceta adulta cresce all’interno della valle del torrente Sperone. Nell’area della riserva sono presenti quasi tutte le essenze arbustive della flora mediterranea tipica, arbusti di timo, di erica, di oleandro, di mirto, di rosa canina, di terebinto ecc. Nel fondo valle, lungo gli argini, oltre alle abbondanti canne, crescono alberi ad alto fusto quali, pioppi, salici, e molti esemplari di Platano orientale che è una varietà autoctona delle cave iblee.

La fauna.
La fauna presente è quella tipica del luogo (istrici, volpi, e dei differenti ambienti rappresentati, in particolare si rileva, tra i pesci, la presenza nell’Anapo della trota macrostigma, varietà che ormai sopravvive solo qui e in pochi altri torrenti degli iblei. fauna.
In copertina: una veduta panoramica della necropoli di Pantalica
Note bibliografiche
M. Collura. SICILIA SCONOSCIUTA. Rizzoli Guida d’Italia SICILIA Touring Club Italiano
GUIDE ARCHEOLOGICHE Preistoria e Protostoria in Italia, 12 Sicilia Orientale e Isole Eolie, A.B.A.C.O. Edizioni
Francesco Alaimo, Carte delle Aree Naturali Protette Siciliane, RNO Pantalica Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande. Fabio Orlando Editore
Aree Attrezzate Demaniali in Sicilia- Azienda Regionale Foreste Demaniali