LA CONTRARIETA’ DI LEGAMBIENTE ALLA REALIZZAZIONE DEL RIGASSIFICATORE DI PORTO EMPEDOCLE
Cosa è un rigassificatore?
Si tratta di un impianto che permette di riportare il GNL, gas naturale liquefatto composto quasi totalmente da metano, dallo stato liquido nuovamente a quello aeriforme attraverso l’innalzamento della temperatura e l’espansione del gas.
Questi impianti sono i terminali marittimi utilizzati dalle navi cosiddette “gasiere” o “metaniere” all’interno delle quali viene trasportato il gas in condizioni criogeniche o di debole pressurizzazione, dopo questo trattamento il gas viene immesso nella rete di trasporto e distribuzione terrestre.
Perché i rigassificatori non ci servono?
Nei giorni scorsi i 198 Paesi, partecipanti alla 28ª conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, hanno trovato l’intesa nell’avviare una “transizione dai combustibili fossili” al fine di raggiungere l’obiettivo di emissioni zero nel 2050.
Questo significa che investire risorse economiche in questa direzione non sarà più utile. La realizzazione di nuovi rigassificatori, cioè impianti per lo sfruttamento di una fonte energetica fossile – il gas naturale – non potrà essere più vantaggioso, neanche dal punto di vista economico. Inoltre, le emissioni dirette di metano in atmosfera hanno un effetto climalterante fino a 86 volte più potente di quello della CO2, principale responsabile della crisi climatica. Queste dispersioni, stimate tra l’1 e il 3% del totale, sono dovute a scarsa manutenzione delle infrastrutture o a rilascio intenzionale da pozzi di estrazione, raffinerie, gasdotti, centrali di compressione, centri di stoccaggio e da impianti di rigassificazione. Perdite che rappresentano anche un enorme spreco di risorsa energetica. Nonostante i dati del consumo di gas in Italia siano in costante calo, queste nuove infrastrutture vengono ritenute necessarie per garantire la sicurezza energetica dell’Italia, invece è chiaro a tutti, ormai, che la corsa all’approvvigionamento di fonti fossili non fa che alimentare le dittature e causare molte delle guerre in corso nel mondo in questo momento: la filiera dell’estrazione e trasporto degli idrocarburi, tra cui il gas naturale, è pesantemente compromessa dalla presenza di regimi non democratici e coinvolti in guerre. Legambiente, invece si fa promotrice di una indipendenza energetica che passa attraverso la realizzazione di impianti ed infrastrutture che utilizzano il sole, il vento, l’acqua che non dobbiamo estrarre o importare da altri paesi.
Lo slogan di Legambiente della stagione congressuale appena conclusa è stato e sarà per i prossimi anni: “L’Italia in Cantiere”. Non solo gli ambientalisti, ma soprattutto gli scienziati e i docenti universitari, ed ora anche i politici e i sindacalisti più coraggiosi e più avveduti, hanno ben compreso l’esigenza di abbandonare ogni dipendenza dalle fonti fossili, vero veleno del pianeta, sostituendo il pur necessario approvvigionamento energetico con le fonti rinnovabili. La direzione intrapresa per decarbonizzare il nostro Paese, ha sinora avuto un passo troppo lento rispetto alle vere esigenze italiane e mondiali. In altri Paesi, persino in Cina, c’è una svolta decisa verso le rinnovabili. In tal senso l’industria europea e mondiale sta muovendo passi da gigante e noi italiani corriamo il rischio di restare indietro.
Perché l’impianto di Porto Empedocle non va realizzato?
In Sicilia, dove le caratteristiche geografiche e climatiche sono ideali alle energie rinnovabili, invece – a causa del “Decreto Energia”, approvato il 27 novembre dal Consiglio dei ministri, che inserisce la realizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle tra gli interventi “di pubblica utilità, indifferibili e urgenti” – ci troviamo a contrastare un progetto datato, già respinto da ragioni storiche, tecniche, scientifiche ed economiche. Si tratta di un progetto di una società controllata da Enel, presentato quasi 20 anni fa in un contesto geopolitico e con impegni sul clima completamente diversi da quelli attuali. L’impianto verrebbe realizzato a ridosso dell’abitato di Porto Empedocle e la sua presenza contrasterebbe pesantemente con le altre attività quotidiane del suo porto, si troverebbe in area molto prossima al Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, ancora più vicino alla Casa Natale di Luigi Pirandello, e interferirebbe con la valorizzazione di Beni naturalistici che sono diventati attrazioni turistiche come la Scala dei Turchi.
La nostra classe politica, avallando scelte governative di questo tipo, si dimostra priva di visione, e ciò piuttosto che indirizzare gli investimenti pubblici e privati, l’impresa, l’università, le professioni, verso l’unica alternativa possibile per garantire un futuro al pianeta e al nostro territorio, ossia la transizione ecologica ed energetica, da perseguire prevalentemente attraverso le energie rinnovabili.