Il Mediterraneo, il mare che da sempre unisce popoli e culture diverse, fa da sfondo a una mostra che ha voluto “raccogliere” alcune delle iconiche testimonianze delle relazioni e connessioni che hanno profondamente legato fra loro le sue coste, da Oriente a Occidente. Popolazioni autoctone, Elimi, Sicani, Siculi, Fenici, Greci, Romani, tutti questi popoli hanno contribuito a creare un patrimonio comune e plurale al tempo stesso, documentato dai reperti accuratamente selezionati dalla direttrice del museo, Caterina Greco, e inserito in quel sistema di relazioni e mobilità ben inquadrato storiograficamente dall’altra curatrice della mostra, Flavia Frisone, professore ordinario di Storia Greca all’Università del Salento. E il verso del poeta greco contemporaneo Odisseo Elitis “suggella” il significato della mostra, che con le definizioni geografiche vuole “triangolare” il quadro mediterraneo (di un mare mai confine ma orizzonte), in cui il fenomeno delle migrazioni, delle colonizzazioni, degli scambi economici e commerciali nascondono “quell’eterno peregrinare alla ricerca di sé che affiora” (Caterina Greco) proprio da quei versi.
Sicilia//Grecia//Magna Grecia: la mostra
La mostra Sicilia//Grecia//Magna Grecia si “dipana” fra le sale del piano terra del Museo Salinas. Preziosi reperti in prestito da musei e parchi siciliani, italiani e internazionali sono posti in un dialogo costante con i reperti dell’esposizione permanente, rimbalzandoci da Cipro alla Fenicia, dalle prime colonie greche in Sicilia e Magna Grecia fino alle città romane di Paestum e Pompei.
Le brocche cipriote della collezione Cesnola, in prestito dal Metropolitan Museum di New York dialogano con i più antichi vasi da Siracusa, Megara Hyblaea, Metaponto; la Phiale aurea di Caltavuturo dall’Antiquarium di Himera da un lato e la coppa fenicia in bronzo da Francavilla Marittima vicino Sibari dall’altro appartengono a quell’orizzonte orientale, fenicio prima e punico poi, documentato dai sarcofagi antropomorfi della Cannita, provenienti dal territorio di Solunto, che ci ricollegano, in una perfetta triangolazione, alla città fenicia di Sidone in Libano.
L’orizzonte comune di ideali, miti, immaginario, si dipana attraverso le sale e i reperti selezionati: Afrodite, dea della bellezza che attraverso la sua mitica genealogia (Enea) connette troiani, elimi e romani; Dioniso e il suo corteo; Demetra, dea della fertilità, venerata ovunque in Sicilia e Magna Grecia, dal santuario rupestre di Agrigento a quello della Malophoros di Selinunte, fino a Garaguso vicino Matera, passando per Locri e Medma; Atena, la dea della guerra e della saggezza, che affianca i suoi eroi (Perseo, Eracle) e piange il destino dei caduti nella celebre stele ateniese; Zeus, padre degli dei e “rapitore seriale” di belle fanciulle (dalla principessa Europa alla sacerdotessa Io); Eracle, eroe che combatte per espiare le proprie colpe e conquistare l’immortalità, celebrato nel monumentale cratere del Pittore di Licurgo da Ruvo di Puglia.
Accanto alle divinità, ai loro miti e significati, entrano il mondo maschile e femminile, il tema del viaggio, della guerra, del matrimonio, della morte, in un rimbalzarsi dalla sfera ideale mitica della guerra di Troia alla loutrophoros funeraria da Matera, documento visuale di un universo femminile aristocratico, rafforzato nel suo racconto dal “dialogo” con le lastre funerarie da Paestum. Il racconto prosegue con un grande pannello da Pompei, dalla Casa del Bracciale d’oro, e dal quadretto con Bellerofonte, immortalato anche in un cratere lucano dalle collezioni del museo Salinas, per concludersi, in un richiamo ancora una volta a Zeus, al tiranno Ierone II, che chiude la fase della grecità siciliana per aprire alla romanità.
Sicilia//Grecia//Magna Grecia: le esperienze multimediali
La mostra Sicilia//Grecia//Magna Grecia è un unicum in Sicilia, finora. La mostra è stata declinata in modalità multimediale, attraverso una serie di dispositivi e contenuti, variamente interattivi, realizzati grazie al contributo infrastrutturale di Vodafone S.p.A. e tecnologico e multimediale dell’azienda ETT S.p.A., sotto il coordinamento e la scrittura della scrivente.
La mostra è introdotta da un teaser proiettato nella prima sala, nell’atrio minore, ed è stata recentemente lanciata anche con un trailer.
Primo “strumento” digitale per apprezzare i contenuti della mostra è l’app multimediale, scaricabile gratuitamente da app store per Android e iOS, che ospiterà anche i contenuti di storytelling digitale dell’allestimento permanente; i contenuti della mostra resteranno accessibili dalla app, anche a mostra ultimata.
La app affianca il catalogo, in vendita al bookshop. Non un tradizionale catalogo, ma un catalogo aumentato, porta di accesso alla conoscenza dei reperti in mostra, non solo grazie alle ‘tradizionali’ schede scientifiche fornite dai numerosissimi enti prestatori, ma grazie a due tipologie di contenuti: le narrazioni digitali dei podcast e quelle dei video animati sui miti.
I podcast, oltre che dall’applicativo, sono accessibili tramite dei QR code, di cui sono dotate le schede, e sono anche disseminati attraverso dei piccoli pannelli lungo il percorso. Le narrazioni sono pensate per essere avvolgenti e coinvolgenti, con un linguaggio tipico dello storytelling digitale archeologico, e mirano a raccontare non il singolo reperto, ma le storie che connettono fra loro i reperti in mostra e quelli della collezione permanente, in un dialogo che vuol essere il più evocativo possibile. Le voci che i visitatori della mostra o chiunque scarichi la app potrà ascoltare sono quelle di chi ha curato la mostra, Caterina Greco, Flavia Frisone e della scrivente, ma anche di tanti amici che hanno voluto prestarsi a raccontare queste storie, in un circuito virtuoso e partecipativo che vede, da sempre, il museo Salinas distinguersi nel panorama nazionale.
Una seconda sezione della app dà accesso anche a sei video in computer grafica (CGI), che sono accessibili in realtà aumentata alla fine del catalogo, inquadrando con il proprio dispositivo gli appositi marker: ecco che prendono vita, con un linguaggio anche qui coinvolgente ed evocativo, adatto a piccoli e grandi, i miti e i culti che sono rappresentati dai alcuni dei reperti archeologici in mostra, in stretta connessione con i reperti dell’allestimento permanente, e che rappresentano quel senso religioso che ha accomunato i popoli del Mediterraneo: Demetra e Kore, Atena, Zeus, Afrodite, Dioniso e infine l’eroe Eracle.
Una emozionante esperienza immersiva attende i visitatori nella splendida sala delle metope selinuntine. Quattro postazioni con visori sono a disposizione per entrare in contatto diretto con le metope del Tempio C dedicato ad Apollo, in un modo completamente nuovo. Partendo da una delle prime realizzazioni avanguardiste della ricostruzione in 3D in realtà virtuale, realizzata oltre 14 anni fa dall’amico Francesco Gabellone, oggi il Museo Salinas, grazie a questa mostra, si dota di una innovativa soluzione di racconto che resterà a disposizione anche in futuro, consentendo ai visitatori di immergersi in una ricostruzione virtuale del tempio di Apollo e del suo culto.
La voce narrante di un antico devoto, catapultato nel tempo moderno, costituisce l’escamotage narrativo per riportare il visitatore indietro nel tempo, ammirando la spazialità del contesto architettonico, restituito alla sua monumentalità, e entrando quasi a contatto con le stesse metope del fregio.
Qui si alternano i molteplici mondi archeologici siciliani, che hanno la propria “summa” in questa mostra e nel nostro museo: un viaggio visuale da Siracusa a Tindari, da Selinunte a Solunto, dalle Isole Eolie a Morgantina e Mozia.
Ultimo prodotto multimediale, realizzato a mostra lanciata, pensato come una forma di accessibilità digitale a chi non potrà venire ad ammirare la mostra fisicamente e come cadeau digitale per gli enti prestatori, in un’ottica di “mostra digitalmente diffusa”, è il tour virtuale interattivo su Matterport, che può (e potrà anche in futuro) consentire di fruire della mostra in modalità remota, arricchita da hotspost che consentono di godere dei racconti digitali dei podcast, lungo la passeggiata virtuale. Il tour virtuale è anch’esso “ospitato” sull’app della mostra, pensata come un hub digitale interattivo del Museo.
Scoprite le storie digitali che il Museo Salinas ha pensato per questa mostra!
In copertina: una immagine della mostra “diffusa” fra le sale del Museo Salinas: il rilievo con le sfingi da Monte San Mauro di Caltagirone e l’ara fittile dal Bosco Littorio di Gela “in dialogo” con le Piccole Metope da Selinunte. (Photo credit: Iole Carollo)
BOX CREDITI
Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Ministero della Cultura, Città di Palermo. Mostra realizzata con fondi PSC Cultura, Piano Operativo “Cultura e Turismo”- Contratti Istituzionali di Sviluppo (CIS) – “Palermo-Centro storico”, intervento M3.