Ostreopsis ovata: una microalga insidiosa o innocua?
Da molti anni ormai sono scomparsi dalle nostre spiagge quegli orribili tranci di catrame che deturpavano le nostre coste. Erano da attribuire al lavaggio indiscriminato al largo delle petroliere. L’inconveniente è stato debellato grazie al controllo satellitare delle attività delle navi, ma più o meno contemporaneamente sono comparse delle sgradevoli schiume superficiali di colore biancastro tendenti al bruno. Il responsabile di questo fenomeno è l’innalzamento della temperatura globale che favorisce la proliferazione di una microalga: l’Ostreopsis ovata.
I bagnanti devono comunque tenere ben presente che le coste interessate dalla proliferazione di questa microalga sono regolarmente monitorate e le concentrazioni che inducono a osservare qualche precauzione si aggirano sulle 30.000 cellule/litro.
La direttiva 2006/7/CE del Consiglio Europeo del 15 febbraio 2006 regola la gestione delle acque di balneazione in Italia. In ottemperanza della suddetta direttiva, è stato emanato un Decreto Legislativo il n. 116 del 30 maggio 2008 che stabilisce le regole in merito al monitoraggio e alla classificazione delle acque di balneazione, alla loro gestione e all’obbligo di fornire informazioni al pubblico in merito alla loro qualità tramite le ASP e le autorità locali.
L’ecosistema che contraddistingue la presenza e la fioritura di questa microalga è un fondale roccioso, ricoperto da macroalghe rosse o brune, mare in prossimità della costa con fondale poco profondo e scarso ricambio idrico. Tali condizioni favoriscono l’innalzamento della temperatura, che nel periodo luglio-agosto può superare i 25° C determinando in alcuni casi anche la formazione di chiazze schiumose biancastre. Una concausa è costituita sicuramente dall’incremento dei nutrienti, sali di fosforo e azoto e silicati provenienti dalla lisciviazione dei terreni, quel processo chimico cioè che fa depositare sul fondale roccioso i sali solubili in acqua, e dagli scarichi urbani a ridosso delle coste.
La proliferazione della Ostreopsis ovata non presenta conseguenze nell’organismo umano, fatta eccezione per alcuni effetti dell’aerosol che viene prodotto in superficie, in particolari condizioni di temperatura, vento, scarso moto ondoso e su soggetti che presentano patologie specifiche, tipo asma, difficoltà respiratorie, allergie. In caso di ingestione l’Ostreopsis ovata, invece non produce effetti.
In condizioni di mare poco profondo e su fondali rocciosi, si trova in competizione con gli organismi che vi coesistono per il fabbisogno di ossigeno e che soccombono per l’accumulo di tossine prodotte dal microrganismo.
La presenza dell’Ostreopsis ovata è stata riscontrata già negli anni novanta e le coste interessate agli inizi del fenomeno sono state quelle della Liguria, Toscana e Friuli, ma ormai in diverse coste italiane si osserva la presenza di queste schiume superficiali di colore bianco-bruno, attribuibili alla fioritura (bloom) della microalga.I dati relativi alla presenza e alla fioritura della microalga in Sicilia sono raccolti dall’Unità Operativa Costiera Area Mare, dell’ARPA con frequenza quindicinale/mensile nel periodo che va da giugno a settembre e vengono pubblicati su appositi bollettini.
In Sicilia, le stazioni di prelevamento dei campioni sono 21; la concentrazione di Ostreopsis ovata superiore a 30.000 cell/l, riportata nel rapporto ISTISAN 2014 sell’ISS, è stata considerata come limite massimo oltre al quale si possono registrare problemi per la salute dei bagnanti.
Le concentrazioni della microalga rilevate nell’anno 2020 lungo i litorali siciliani hanno superato il limite fissato dal decreto legge occasionalmente solo a Taormina a giugno con 38.640 cell/l; a Palermo a giugno nella spiaggia della tonnara Bordonaro con 58.446 e 75.421 cell/l; in provincia di Siracusa a Cala Rossa a giugno sono stati eseguiti due prelievi, uno ha raggiunto un valore particolarmente elevato 334.379 cell/l e l’altro 10.720 cell/l.
Senza voler attribuire un significato assoluto alle cifre, le considerazioni che si possono fare osservando nel loro complesso i valori relativi alle analisi eseguite sui campioni sono:
che i prelievi, per quanto distribuiti uniformemente, danno dei valori puntuali che trascurano lunghi tratti di costa abitualmente frequentati da moltitudini di bagnanti;
il valore della concentrazione della microalga Ostreopsis ovata, assume valori anomali a cui è difficile dare sempre un significato da correlare ad attività antropiche o a condizioni particolari: mentre il valore registrato a giugno a Siracusa di 334.379 cell/l rappresenta un picco fuori misura (oltre 10 volte il limite massimo di 30.000 cell/l, sicuramente legato ad un evento eccezionale di cui non è dato sapere di più). Il prelievo eseguito immediatamente dopo ha fatto rilevare 10.720 cell/l(!) valore comunque meritevole di attenzione;
i valori di punta, rilevati a Taormina (38.640 cell/l), Palermo (58.446 e 75.421 cell/l), Siracusa (334.379 cell/l), sono anomali; le analisi ripetute successivamente su altri campioni mostrano valori nella norma, si tratta quindi di episodi che indicano un ampio margine di aleatorietà;
i livelli di rischio sanitario si possono manifestare in condizioni di densità in colonna d’acqua di 30.000÷100.000 cell/l, difficilmente riscontrabili sulla costa siciliana.
Gli studi fino ad oggi eseguiti hanno evidenziato che la tossicità della microalga non costituisce un problema rilevante per l’uomo, e l’innalzamento globale della temperatura è un fenomeno talmente diffuso che la soluzione è da ricercare in rimedi e cautele che dovrebbero riguardare tutto il pianeta. È auspicabile inoltre che i prelievi possano essere distribuiti lungo tutta la costa siciliana. Per contenere la diffusione della microalga a livello delle coste dell’isola si può e si deve puntare a limitare il versamento di nitriti, nitrati e ortofosfati degli scarichi urbani, agricoli, zootecnici e industriali.
N. B. Le notizie scientifiche, le informazioni e i dati relativi al monitoraggio dell'Ostreopsis ovata sono tratti dalle pubblicazioni ARPA Toscana 2020, ARPA Liguria 2020 e ARPA Sicilia 2020.