QUANDO I PESCATORI SALVARONO LA TROTA MACROSTIGMA
Nella gola del Tellesimo l’ultima popolazione geneticamente pura
La trota macrostigma siciliana (Salmo cettii) è il salmonide indigeno nelle acque dolci correnti di Sicilia. Considerata a tutt’oggi l’unica trota italiana di origine sud-atlantica (Lobón-Cerviá et al. 2019), le sue caratteristiche genetiche sono state in gran parte alterate dall’immissione di forme alloctone, come purtroppo è avvenuto in buona parte delle popolazioni di salmonidi nel globo: popolazioni per la cui salvaguardia il mondo della ricerca internazionale ha elaborato un recente appello (Dauwalter et al. 2020). In Sicilia l’unica popolazione che non ha a tutt’oggi mostrato segni di ibridazione e che si è nel contempo mantenuta vitale è la popolazione del torrente Tellesimo, negli Iblei, al confine tra le province di Ragusa e Siracusa. E’ quindi evidente che la popolazione in questione ha suscitato grande interesse nell’ambiente scientifico specialistico. Ma pochi (forse nessuno) si è chiesto: come mai questa popolazione, a differenza di altre siciliane, ancora esiste ed ancora non ha tracce di ibridazione?
Indubbiamente una parte della risposta sta nell’impervietà della gola del Tellesimo ma, per avere maggiore contezza del fatto bisognerebbe fare un salto all’indietro di diverse decine di anni.
Infatti chi avesse avuto la ventura di addentrarsi nell’impervia valle del Tellesimo in un’assolata giornata estiva di 30-40 anni fa avrebbe potuto imbattersi in un gruppo di pescatori, carichi di secchi e bidoni contenenti preziosi esemplari di trote macrostigma salvate dalla secca, inerpicarsi per le pareti rocciose per trasportarle dove il flusso si manteneva per tutta l’estate. E’ quindi da questa attività puramente volontaria che è iniziato un percorso di impegno per la salvaguardia e lo studio della popolazione del Torrente Tellesimo. La storia di quest’impegno è stata recentemente sintetizzata sulla rivista Cybium della Società Francese di Ittiologia dove è stato pubblicato uno specifico articolo (Duchi, 2020).
Viene così dato rilievo internazionale a quel percorso pioneristico iniziato circa ben 40 anni fa e che ha contribuito significativamente a mantenere tale preziosa popolazione. Un percorso di salvaguardia che non è stato attivato da un’associazione ambientalista nazionale ma da un gruppo locale di pescatori appassionati facenti parte della F.I.P.S.A.S. di Ragusa, coordinati dall’allora presidente Gioacchino Gurrieri; tale associazione ha quindi coinvolto la Provincia Regionale di Ragusa e conseguentemente lo scrivente, allora collaboratore dell’Istituto di Zoologia dell’Università di Parma.
Tanti sono le attività e i successi di tale impegno comune, oltre ai recuperi delle trote a rischio di soccombere nei tratti del torrente in via di secca (al riguardo va sottolineato che la provincia di Ragusa è stata la prima a dotarsi ed utilizzare il catturapesci elettrico e quindi è il territorio in cui vi è la massima competenza nell’uso di questo strumento in Sicilia). C’è stato quindi l’avvio di un’attività di vigilanza ittica ed antibracconaggio, la richiesta di divieto di pesca nel torrente (caso più unico che raro di un’associazione di pescasportivi che chiede la chiusura della pesca..!), la non immissione di trote alloctone in detto torrente in modo da mantenere la purezza della sua popolazione, considerata già allora estremamente interessante dal punto di vista scientifico.
Le indagini sui popolamenti ittici e sulle caratteristiche ed i problemi ambientali del torrente sia nello specifico sia durante la redazione della Carta Ittica provinciale di Ragusa hanno permesso di individuare e di contrastare, tra l’altro, forme di inquinamento del torrente, una delle perle naturalistiche degli Iblei.
E’ in quest’ambito che è stata svolta dall’Università di Parma la prima indagine genetica, risalente agli anni ‘90, che ha già allora indicato che la trota degli Iblei risultava diversa da popolamenti simili di altre località geografiche. Risultati che sono stati successivamente confermati ed ampliati da ricerche svolte successivamente da altri studiosi.
La trota del Tellesimo non è sicuramente l’unica ma è indubbiamente una delle principali emergenze naturalistiche dell’omonima valle, che è Sito di Interesse Comunitario, e le attività di protezione e conservazione intraprese vanno indubbiamente continuate ed ampliate: è necessario quindi proseguire il monitoraggio ed il controllo sia dell’ecosistema fluviale che del territorio circostante, secondo quanto indicato dalla Carta Ittica nonché dal Piano di gestione del SIC. Infatti risulta fondamentale individuare ed eliminare tutti i fattori di rischio attuali e potenziali, in modo da poter lasciare in condizioni migliori alle generazioni successive questo lembo di Sicilia Sud- Orientale così interessante e suggestivo.
Questo è’ sicuramente il modo più valido per ringraziare quei pionieri pescatori, modicani e ragusani insieme, che tanti anni fa hanno intrapreso un’attività positiva e faticosa, viste le caratteristiche piuttosto impervie della vallata del Tellesimo.
Foto in evidenza: Recupero di trote al Tellesimo, anni ’80 (foto Antonino Duchi)
Bibliografia
Dauwalter D.C., Duchi A., Epifanio J., Gandolfi A., Gresswell R., Juanes F., Kershner J., Lobón-Cerviá J., McGinnity P., Meraner A., Mikheev P., Morita K., Muhlfeld C.C., Pinter K., Post J.R., Unfer G., Vøllestad L.A., Williams J. E. 2020. A Call for Global Action to Conserve Native Trout in the 21st Century and Beyond”. Ecology of Freshwater Fish. DOI: 10.1111/eff.12538.
Duchi A., 2020. Extant because important or important because extant? On the scientific importance and conservation of a genetically pure Sicilian population of the threatened Salmo cettii Rafinesque-Schmaltz, 1810. Cybium 44: 41-44.
Lobón-Cerviá, J., Esteve, M., Berrebi, P., Duchi, A., Lorenzoni, M., Young, K. A. 2019. Trout and Char of Central and Southern Europe and Northern Africa. In: The Status and Conservation of Trout and Char Worldwide (Editors: J. Kershner, J. Williams, R. Gresswell & J. Lobón-Cerviá). American Fisheries Society: 379-410.