In copertina: Ruderi del Cummintazzu a Monte Altesina
La Sicilia è una regione dalle grandi ricchezze naturalistiche e paesaggistiche e da sempre crocevia di popoli e culture grazie alla sua centralità nel Mediterraneo. Esplorarne il territorio significa rimanere incantati dalle sue bellezze naturali e stupiti dalla enorme quantità di antiche vestigia, molte delle quali ancora da studiare o valorizzare.
Vi parlerò adesso di un luogo, geograficamente collocato nel cuore della Sicilia, che può rappresentare l’essenza di ciò che ho appena detto: Monte Altesina, 1193 metri sul livello del mare.
E’ una vetta dalla forma particolarmente slanciata che risulta visibile da gran parte della Sicilia centrale, costituendo il maggiore rilievo dei Monti Erei. Anticamente chiamato Mons Aereus, mutò il nome in Altesina probabilmente a partire dall’epoca normanna, e sull’origine del toponimo attuale si dibatte ancora. Oggi questo monte si trova inglobato all’interno della R.N.O. Monte Altesina, area protetta di 744 ettari istituita nel 1997 con D.A. della Regione Siciliana allo scopo di proteggere un esteso esempio di lecceta ricca di aspetti delle associazioni della Quercetea ilicis, che qui si spinge sino al suo limite altimetrico superiore. Tale formazione boschiva, il cui rappresentante principale è il leccio (Quercus ilex), occupa buona parte del rilievo fino alla sua sommità (Fig. 1). Essa è ciò che rimane di un’ampia copertura forestale ormai perduta, che si estendeva in buona parte della Sicilia in tempi in cui la nostra civiltà non aveva ancora modificato così pesantemente il paesaggio a causa dell’eccessivo sfruttamento del legname e del conseguente utilizzo delle terre a scopo agricolo. Al leccio, specie sempreverde, (Fig. 2) si accompagnano le querce caducifoglie del gruppo di Quercus pubescens (roverella), come Quercus dalechampii, Quercus virgiliana e pochi esemplari di un’altra sempreverde, la sughera (Quercus suber). Il sottobosco è caratterizzato dalla presenza, tra gli altri, del prugnolo, del pungitopo, della salsapariglia e dell’euforbia. Felci e funghi prosperano nel suolo particolarmente umido, mentre tra i fiori non mancano la malva, il geranio, il fiordaliso, il ciclamino e varie orchidee. Dove il bosco è più rado prevalgono la rosa canina, il biancospino e i rovi. Tra la vegetazione arborea sono presenti anche diversi esemplari del genere Pinus ed eucalipti, entrambi derivati da rimboschimenti effettuati in epoche recenti.
La fauna della riserva comprende mammiferi come la volpe, il riccio e l’istrice ed è stato segnalato anche il gatto selvatico. Per quanto riguarda gli uccelli sono presenti nella riserva postazioni per il birdwatching, dove è possibile osservare il volteggiare dei rapaci, tra cui la poiana, il gheppio e il falco pellegrino, ma anche di tutte quelle specie tipiche degli ambienti misti mediterranei quali l’upupa e la cinciallegra o delle foreste come ad esempio la ghiandaia.
Il substrato roccioso è costituito dalla formazione più diffusa in Sicilia e denominata Flysch Numidico, databile tra l’Oligocene superiore e il Miocene inferiore (approssimativamente tra i 30 e i 20 milioni di anni fa). Trattasi di un’alternanza di argille color bruno tabacco e quarzareniti, queste ultime organizzate in strati e banchi di notevole spessore e che prevalgono nella parte più elevata. Strutturalmente Monte Altesina costituisce quella che in geologia è chiamata monoclinale, ovvero una piega con un solo fianco e strati a inclinazione costante, che nel caso specifico risultano troncati nella parte sommitale secondo una direttrice NNE-SSO (Fig. 3).
La riserva permette la fruizione di diverse piste sterrate, che ben si prestano per dei bellissimi percorsi escursionistici. Ci accoglie un’area attrezzata con tavoli (Fig. 4) nei pressi del centro visitatori dell’ente gestore della riserva, dopo di che si può scegliere di risalire la vetta o andare verso Monte Altesinella (1041 metri s.l.m.), sempre godendo di bei panorami (Fig. 5).
Lungo la strada che conduce alla vetta ci si imbatte nei ruderi della chiesa e del convento di Santa Maria di Lartisina, o d’Artisina, risalenti al XII secolo, noti come Cummintazzu.
In cima si gode di un paesaggio incredibile, in cui si scorgono a 360° paesi e cime lontane. Nelle belle giornate lo sguardo può spaziare verso le Madonie, l’Etna, i monti Nebrodi e Iblei (Fig. 6 e 7). Lungo i fianchi del monte ci si imbatte sovente in tombe a grotticella, datate all’età del Bronzo, e si rimane sorpresi nello scorgere, a pochi metri dalla vetta, i resti di un antico insediamento, oggetto di campagne di scavo anche piuttosto recenti. Si tratta di testimonianze che partono dall’età greca arcaica fino a quella ellenistica, per poi proseguire in epoca medievale. Interessantissima è una tomba a camera riportante alla sua sinistra un’iscrizione in lingua araba, che costituisce una Shahāda, ovvero una professione di fede islamica (Fig. 8). Tale iscrizione risale probabilmente all’epoca della conquista islamica della Sicilia, in cui l’Altesina potrebbe rappresentare quella montagna inconquistabile, descritta dallo storico Ibn ‘Idhârî, nella quale l’esercito islamico si sarebbe arroccato per tre mesi allo scopo di assediare Enna e il suo territorio. Dalla vetta, infatti, si potevano traguardare tutti i principali fortilizi del circondario. Un luogo strategico la cui occupazione fu fondamentale per assicurarsi il controllo della vie di comunicazione interne della Sicilia, talmente centrale che servì come punto dal quale gli arabi fecero dipartire le tre unità amministrative note in seguito come Val Demone, Val di Noto e Val di Mazara.
Un luogo di grande valenza naturalistica e culturale fuori dalle principali rotte turistiche siciliane, sebbene la recente e crescente diffusione della pratica dei cammini stia aprendo nuove opportunità di rilancio per le aree dell’entroterra siciliano.
BIBLIOGRAFIA
https://altesina.hypotheses.org/614
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Labisi G. – The Mount Altesina Settlement (Sicily): Diachronic and Topographical Analysis (I) – 2018
Labisi G. – Il Monte Altesina nel contesto della conquista islamica in Sicilia – 2023
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Carta Tecnica Regionale – sezione N. 622120 Villadoro – Monte Altesina. Scala 1:10000 – 2012
