Giovanni Guarneri è un poliedrico e attivissimo ciclista-scrittore-operatore del turismo lento che è riuscito a realizzare un piccolo miracolo siciliano: richiamare da tutto il mondo appassionati delle due ruote che vengono a percorrere la Sicily Divide.
Un itinerario ciclo-turistico di quattrocentosessanta chilometri attraverso l’interno dell’isola, da Trapani sino a Catania, chiamato Sicily Divide, perché appunto divide grossomodo a metà la regione. L’idea l’ha avuto uno che, nel risvolto di copertina della guida dedicata al percorso, si presenta scrivendo che “a sedici anni non ha voluto il motorino e ha iniziato a viaggiare in bici”.
Negli ultimi anni, oltre ad accumulare chilometri nelle sue gambe, ha iniziato a far scoprire la Sicilia agli appassionati che arrivano da tutto il mondo. Guarneri, palermitano doc, 48 anni, si è occupato prima di rendere pedalabili alcuni dei più famosi Cammini dell’isola (Magna Via Francigena, Via Normanna), poi si è inventato il Periplo della Sicilia in bicicletta e infine, appunto, la Sicily Divide. “Abbiamo realizzato l’itinerario trovando la collaborazione da parte delle strutture ricettive che hanno aderito al progetto e di tanti esperti locali – racconta il creatore dell’itinerario- senza utilizzare un euro di finanziamento pubblico”.
Il New York Times ha scoperto recentemente questo miracolo siciliano e lo ha inserito fra le tre destinazioni italiane da consigliare assolutamente a chi cerca mete intriganti per il 2025. In tutto si tratta di 52 località consigliate in tutto il mondo. Posti notissimi come Osaka o Amsterdam, ma anche l’Inghilterra di Jane Austen. Accanto a luoghi universalmente conosciuti c’è anche questo percorso che esiste solo grazie al web (con un ottimo sito), alla carta stampata (una guida dettagliata edita da Terre di Mezzo) e alle tracce GPX, che gli appassionati seguono grazie agli smartphone.
Si passa così dal mondo virtuale a quello reale dei paesaggi siciliani dell’entroterra senza nessuna altra intermediazione. Eppure, tutto funziona alla perfezione. Ci sono gli esercizi convenzionati per il pernottamento e i posti tappa in cui presentare la credenziale per il timbro sul pass, le strutture tecniche per noleggiare le bici e per l’assistenza. In tutto servono 7 giorni, volendo seguire le indicazioni dell’ideatore. I ciclisti più allenati possono impiegare anche meno, ma è un peccato andare di corsa superando i circa 70 chilometri giornalieri consigliati.
Partendo da Trapani si punta subito verso Gibellina. Si può iniziare anche da Palermo mettendo in conto una prima, impegnativa giornata sino appunto al paese scelto come capitale italiana dell’arte contemporanea. E da lì è tutto un succedersi di luoghi dove ascoltare le varie inflessioni della lingua dei siciliani dell’interno. L’accoglienza ai ciclisti-turisti, raccontano, è dappertutto calorosa. A Montedoro, paesino del nisseno ormai spopolato, hanno creato addirittura un centro di accoglienza dei frequentatori della Sicily Divide, grazie alla riconversione di una ex scuola media e di un centro sociale comunale. Scorre via che è un piacere la settimana nella Sicilia interna. Secondo le stime di Giovanni Guarneri nel solo 2024 sono stati circa 6000 i ciclisti che hanno seguito la sua traccia in mezzo all’isola. “Quando abbiamo creato l’itinerario – conclude l’inventore del percorso scelto dal New York Times – lo abbiamo fatto sperando di poter dare una mano alla nostra terra, questi numeri ci stanno dando ragione”.
