I PARCHI EOLICI DI RACALMUTO E GROTTE (AG) DISTRUGGERANNO UN PAESAGGIO MILLENNARIO

Nell'anno di Agrigento capitale italiana della Cultura ancora una volta si corre il rischio di penalizzare il patrimonio naturalistico della Sicilia

by Angelo Cutaia
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I comuni di Racalmuto e Grotte sono esposti seriamente al rischio di vedere deturpato il proprio territorio.

Tre enormi gruppi di aerogeneratori sono in costruzione, ed altri ancora in progettazione. Vengono chiamati  parchi eolici, ma la Sicilia ha superato da tempo la quota parte di energia da fonti rinnovabili imposta dalla legge.
Il parco eolico Racalmuto-Grotte si distende sulla sommità delle colline delle contrade Fontana Amara, Cannatone, Quattro Finaiti, Pietre Bianche, nella zona a nord dei territori di Grotte e Racalmuto.
Sono previsti 5 aerogeneratori da 6 megawatt (MW) per un totale di 30 MW ed opere accessorie quali, creazione di piazzole di sosta e di montaggio; cabina di trasformazione; allargamento di strade con estirpazione di alberi; interramento di cavidotti sulle strade urbane per km 17 nei comuni di Racalmuto, Grotte, Comitini, Aragona e Favara.
Le torri eoliche sono alte complessivamente 179 metri e pertanto sono impattanti dal punto di vista ambientale, paesaggistico, culturale, acustico, della salute umana ed animale, agricolo, economico, ecc. Si consideri che la distanza dal centro storico di Grotte è di 2,4 km, mentre dalla periferia dell’abitato di soli 1,4 km. Da Racalmuto la distanza è di poco più di 2,2 km dal centro storico e 1,5 km dalla periferia.
Il costruendo parco Villanuova-Gargilata prevede due torri presso il Castelluccio e due altre presso la Grotta di Fra Diego.

Foto 1 -Castelluccio Svevo di Racalmuto (Gibillina)
Foto 2 - Il Sepolcreto Fra Diego

Un terzo abnorme parco eolico è in progettazione sul fianco meridionale del monte Castelluccio di Racalmuto.
Riguardo al danno ambientale bisogna rilevare la nefasta influenza sull’ecosistema delle colline gessoso-solfifere e florofaunistico. Quanti alberi ed arbusti saranno estirpati per allocare le torri ed allargare le strade? Quante rocce saranno sfregiate?
Il vento prodotto dalle gigantesche pale disturba le api e l’impollinazione. Le pale sono esiziali per gli uccelli che vi sbattono e cadono tramortiti, sfracellandosi al suolo da quelle altezze. Le piazzole di fondazione e l’allargamento delle strade produrrà una modifica del regime delle acque piovane. Negli anni scorsi le acque deviate da una piattaforma hanno divelto la sede stradale della strada provinciale Racalmuto-Montedoro.
Alcune torri sono allocate sopra le gallerie delle dismesse miniere di sale, a soli 80 metri di profondità, soggette a progressivo crollo, che hanno inghiottito due torri metalliche dei vecchi ascensori.
Riguardo al danno paesaggistico basta considerare che le colline interessate sono per buona parte gessose e calcaree e costituiscono di per se un bene paesaggistico da preservare.
I giganteschi aerogeneratori hanno diametro delle pale di 160 metri, altezza del rotore 99 metri, (alcuni sono di 112 metri) per una altezza complessiva di 179 metri. La proiezione al suolo è di 20.096 mq. Il volume di sfera occupato dalle pale, che ruotano anche sul piano orizzontale, è di 2.143.573 mc. Facendo dei paragoni l’altezza è simile ad un palazzo di 56 piani e il volume occupa quello di 5.954 appartamenti da 120 mq.

Si comprende che altereranno per sempre la visione del paesaggio tradizionale, frutto di millenni di azione antropica: coltivazioni arboree e cerealicole, robbe, fontane, muretti a secco, zolfare, calcare di gesso, , masserie, il Castelluccio Svevo, ecc. La fig. 3 mostra le dimensioni dell’aerogeneratore comparate con quelle della Matrice e del castello Svevo-Chiaramontano di Racalmuto.

Foto 3 - Aerogeneratore, Matrice,Castello Svevo-Chiaramontano

Tali mostruose torri erano state progettate per essere collocate in alto mare o in zone desertiche.
Alla fine dell’uso, previsto in 30 anni, siamo sicuri che la ditta non sarà fallita pregiudicando lo smontaggio delle opere? L’offesa recata al suolo non potrà essere eliminata in quanto la fondazione consiste di enormi pali in cemento armato del diametro di 1,5 metri e profondità di 24 metri, oltre al plinto di 3,5 metri.

Riguardo al danno culturale bisogna rilevare come la loro presenza distrugge la visione tradizionale del territorio e ne modifica l’uso tradizionale, creando il deserto intorno ad essi.
Nel parco Villanova-Gargilata i pali sono a meno di 1.400 metri dai siti vincolati del Castelluccio Svevo (Gibillina) ed a 800 metri dal sepolcreto del Bronzo della Grotta di Fra Diego, di sciasciana memoria. Chi crederebbe che nel progetto non esiste Valutazione di Impatto Ambientale?
Nel parco Racalmuto-Grotte, i siti archeologici vincolati, prossimi alla zolfara Quattro Finaiti, del villaggio Neolitico e dell’Età del Rame in contrada Serra del Parco, con le adiacenti tombe a Tholos di Monte Campanella. Senza contare le diverse zone archeologiche nell’area dei pali, investigate dalla Soprintendenza di Caltanissetta e non ancora vincolate, i cui reperti sono tutti nel Museo di Milena, danno la misura del danno alla cultura umana ed al turismo.
I siti vincolati suesposti sono tutti entro i 3.000 metri di rispetto che la legge archeologica impone, e pertanto fuori legge.
Il danno acustico, il rumore dei rotori giganti e delle pale sproporzionate alla misura umana, è elevato, paragonato a quello di un trattore agricolo, costante notte e giorno, insopportabile già da un paio di chilometri.
Inutile dire che nell’iter approvativo del parco Villanuova-Gargilata sono state riscontrate delle illegittimità che il sindaco di Racalmuto ha inoltrato al competente Assessorato Regionale all’Energia. Purtroppo il tempo stringe: il montaggio di un palo dietro la Grotta di Fra Diego è previsto in questi giorni con l’ausilio degli elicotteri, poiché gli elementi prefabbricati metallici sono talmente grandi da non poter essere trasportati via terra, anche se le strade sono state allargate.
I cavidotti trasportano corrente a circa 90 ampere, quasi quattro volte la usuale. Ne deriva un incremento del danno da inquinamento elettromagnetico nelle vicinanze delle torri e lungo le strade asfaltate.
Il danno agricolo viene dall’impossibilità di coltivare i terreni limitrofi sia a causa del
rumore che dello sfarfallio della luce-ombra.
Il deprezzamento economico apportato al valore dei terreni e delle case agricole e/o di villeggiatura è incalcolabile.
Pericolo evidente è l’intersezione dei cavidotti con la rete dei gasdotti sottostrada.
Ironia della sorte: paghiamo con la bolletta elettrica e con i contributi PNRR la costruzione di torri eoliche incongruenti con il paesaggio siciliano, favorendo la speculazione sulle nostre teste, letteralmente, di multinazionali estranee alle nostre
comunità, che vengono a stravolgere il panorama isolano.
Occorre quindi urgentemente pensare a effettuare una diversa pianificazione urbanistica del territorio, che miri a salvaguardare le zone di miglior pregio paesistico (grotte preistoriche, robbe, emergenze rocciose delle colline, zolfare, calcare, ecc.) ed ecologico (flora spontanea, fauna selvatica), ecc. con l’istituzione di Siti di Interesse Comunitario (SIC) che proteggano il paesaggio e le tradizioni locali senza pregiudicarne le attività produttive.

Il Comitato contro i parchi eolici di Racalmuto ha chiesto in data 7 gennaio 2025 la convocazione di un Consiglio Comunale straordinario e aperto per chiedere di impedire per il futuro l’installazione delle enormi torri eoliche in tutto il territorio comunale.
Il Comitato di Grotte ha ottenuto la convocazione del Consiglio Comunale per il giorno 20 gennaio 2025.

 

Qui di seguito il link della riunione in streaming

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Chiedo al mondo della cultura siciliano ed alla società tutta: che senso ha mantenere assessorati al territorio, all’ambiente, alla cultura, il Genio Civile, l’Ispettorato Forestale; impiegare energie e fatiche per produrre ricerche archeologiche e storiche, restaurare edifici rurali e rimboschire colline, quando con l’erezione di pali mostruosi si distrugge il paesaggio, si pregiudica l’agricoltura, il turismo e insomma la vita degli abitanti di comunità già compromesse dalla crisi economica e demografica?
Generalmente si dice che la Sicilia sia bella, e indubbiamente in molte aree lo è; non considerando il disboscamento sconsiderato degli ultimi secoli. Invece di autorizzare lo scempio costituito degli altissimi pali eolici non sarebbe tempo di rimboschire con essenze autoctone, di cui residuano qua e là alcuni brani, come la lecceta antica (fig. 4)
presso il Castelluccio Svevo di Racalmuto?

Foto 4 - Lecceta del Monte Castelluccio di Racalmuto

2 comments

Fiirella 22 Gennaio 2025 - 12:04

Deturpare i siti archeologici siciliani di grande importanza storico archeologica e una ferita .non solo alla Sicilia,ma a tutto il mondo culturale,turistico ed economico

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Giuseppe Guagliano 3 Marzo 2025 - 9:52

La cosa incredibile, che dovrebbe fare riflettere, è la totale assenza di una qualsiasi reazione di chi rappresenta le Istituzioni!
Ad iniziare dalle Giunte, e dai Consigli comunali!
Che fosse gente inadeguata al ruolo risulta evidente!
Tuttavia l’assordante e reiterato silenzio fa nascere qualche sospetto che in qualche modo sia indotto da forze ed energie non visibili!
Alla comunitá, alla fine, resterá il conto da pagare, un territorio e un paesaggio compromessi!

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